“Lasciate il telefono e pensate solo a guidare”, dice Michela Cerruti

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PAULO MARIA / DPPI MEDIA / DPPI

Michela Cerruti

Michela Cerruti, alla soglia dei 33 anni, può essere considerata il simbolo dell’automobilismo agonistico al femminile. La lista dei suoi successi è interminabile, una donna che ha praticamente vissuto sulla strada, curva dopo curva e ad alta velocità, tutta la propria vita. È per questo che abbiamo chiesto a lei dei consigli sulla sicurezza stradale, sempre più al centro dei fatti di cronaca.

Cos’è che scatta nella mente di una persona che decide di correre con la propria macchina? Cosa si prova?

Credo sia il fattore adrenalina, banalmente. Chi ama la velocità la ama per quella ragione lì. E la ama in macchina così come in altri contesti. Io ho sciato agonisticamente per tanti anni e non vedevo l’ora di arrivare a fare le discipline più veloci come Supergigante e Discesa libera, oppure quando andavo a cavallo e facevo lezioni di equitazione, volevo subito arrivare a galoppare. E la cosa aumenta ancora di più se si aggiunge il fattore competizione.

Poi però c’è anche il fattore sicurezza: non tutti quelli corrono hanno cognizione della sicurezza…

Secondo me quando si parla di guida in strada non bisognerebbe nemmeno menzionare il fatto che alcuni hanno cognizione della velocità e altri no. In strada, che tu sia Fernando Alonso o sia la nonna Pina, forte non ci devi andare perché comunque ci sono delle variabili che nessuno può controllare. Puoi anche essere Alonso, ma se poi ti attraversa un bambino correndo.. che cambia se sei Alonso o la nonna Pina? È vero che alcuni non dovrebbero nemmeno avere macchine molto potenti, perché non sono in grado di guidarle, ma non c’è legge che vieti loro di comprarla. Il concetto che deve passare è che nessuno deve correre mentre si mette in strada.

Qual è il primissimo consiglio che hai ricevuto riguardo la sicurezza stradale?

Aldilà delle cose banali, come l’utilizzo della cintura e il non guardare il telefono, mi ricordo una cosa che mi ha insegnato mio padre durante le prime guide: guardare sempre una macchina avanti a quella che direttamente ci precede. L’errore che tanti fanno in coda è quello di guardare solo quello che fa la macchina direttamente davanti. Ma tante volte non puoi prevedere cosa farà quella macchina lì perché non sai che cosa succede alla macchina che, a sua volta, le sta davanti. Mi ricordo che questa cosa mi è sempre stata utile, la dico ancora al mio fidanzato, perché bisogna avere una visione più ampia di quello che succede, specialmente in autostrada, quando si va a certe velocità. Si può anticipare la frenata brusca o il movimento laterale improvviso. Tante volte uno pensa che certi movimenti siano imprevedibili ma, in realtà, se si sta veramente attenti a quello che succede si scopre che sono molto meno sorprendenti.

Questo è quello che ti hanno insegnato, cos’è che invece hai capito tu da sola?

Una volta ho fatto un incidente in autostrada e ho imparato tantissime cose. Mi sono addormentata alla guida e da quella volta mi sono promessa che non sarei mai più partita prima delle 6:30 del mattino. Il motivo è semplice: a quell’ora sono troppo stanca. Piuttosto prendo un appuntamento più tardi o viaggio la sera prima. La stanchezza è una di quelle cose alle quali non si pensa mai. Eppure io mi sono addormentata in autostrada facendo un botto pazzesco e uscendone completamente illesa. Impari anche l’utilizzo e l’importanza della cintura, grazie alla quale non mi sono fatta assolutamente niente nonostante viaggiassi a più di 80 Km/h. Non bisognerebbe arrivare a fare un incidente per capire certe cose, ma la stanchezza è un’altra roba alla quale non si fa tanto caso perché ci sentiamo sempre un po’ troppo immortali.

Questa è quindi la prima cosa che insegnerai a tuo figlio quando avrà la prima macchina?

Quello che insegnerò oggi, vista la situazione in cui viviamo, riguarda l’utilizzo del cellulare. Sembra che parlo come una vecchia però quando io avevo diciotto anni e ho preso la macchina non si faceva lo stesso utilizzo del cellulare che si fa oggi. C’erano le chiamate e i messaggi, certo, ma sicuramente non era la stessa cosa. Becco della gente in autostrada che si guarda i film! Incredibile, io quando li vedo non ci voglio credere. T’ammazzi. Ammazzi te e ammazzi gli altri. Perché stai proprio prestando attenzione a un’altra cosa. 

Penso a tutti quelli che hanno fatto incidenti per colpa del cellulare, se avessero pensato solo a guidare… il problema è quello che si fa in macchina, prestare attenzione. Poi ci sono quelli che bevono o si drogano prima di mettersi alla guida, e lo fanno in uno stato d’alterazione. Il problema sono le cose che si fanno in macchina mentre si dovrebbe solo guidare, come le donne che si truccano o che mangiano. Il problema, lo ripeto, è l’attenzione, che è portata via dal cellulare. Basta che ti giri a guardar la gente mentre sei in coda in autostrada o in città, stanno tutti con lo smartphone in mano. Li ho visti in motorino, in bicicletta…e poi la gente muore. Oggi, quindi, a mio figlio direi di non usare niente e di pensare solo a guidare. 

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