Le curiosità e le tradizioni che rendono Wimbledon un torneo unico

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Adrian DENNIS / AFP

Wimbledon
 

Wimbledon è il torneo di tennis più vecchio, il nome deriva dalla frazione che lo ospita, a sud-ovest di Londra. La prima sede è stata a Worple Road, ma si è poi spostata definitivamente a Church Road dal 1922 all’All England Croquet and Lawn Tennis Club. Il primo torneo maschile è datato 1877, col successo dell’inglese Spencer Gore che superò il connazionale William Marshall 6-1 6-2 6-4 (sconvolgendo tutti con le continue e all’epoca innovative volée: erano regolari?); le donne sono partite nell’1884, con il derby fra le sorelle inglesi Maud e Lilian Watson, vinto dalla prima per 6-8 6-3 6-3 (insieme si aggiudicarono anche il doppio). Il vincitore e la vincitrice del singolare incasseranno quest’anno 2 milioni 619mila euro, chi gioca il primo turno in tabellone ne intasca 50mila. I premi sono stati equiparati dal 2007.

La superficie

Wimbledon, che è stato trasmesso in diretta per la prima volta dalla BBC il 21 giugno 1937, è l’unico dei quattro tornei dello Slam a disputarsi ancora sull’erba (100% perennial ryegrass, tagliata a 8 millimetri), dopo che gli Us Open hanno abbandonato il verde nel 1975 e gli Australian Open nel 1988. Dal 2015 si disputa tre settimane dopo il Roland Garros (precedentemente erano due).

Regole

Per tradizione, concede un giorno di riposo la domenica di mezzo “middle sunday”, anche se, per recuperare il programma boicottato dalla pioggia la tradizione è stata più volte disattesa. Il mitico Centre Court – 15 mila posti – è dotato dal 2009 di un tetto retrattile, che può ospitare le partite solo fino alle 23, per un accordo con la popolazione locale (accordo disatteso nel 2012, quando Murray superò Baghdatis alle 23.02…).

I colori 

I colori dominanti a bordo campo sono il verde e il viola, quelli tradizionali del torneo. È l’unico torneo dove l’unico sponsor visibile sui campi è Rolex (dal 1978), con il cronometro, e i giocatori devono vestire rigorosamente, prevalentemente, di bianco. I giudici possono chiedere agli atleti di cambiarsi prima di scendere in campo. Nel 2013, il campione uscente, Federer, che per tradizione apre il torneo successivo sul Centre Court il lunedì, dovette cambiare le scarpe perché avevano la suola gialla. Il colore della palla di gioco, dal 1986, è stato cambiato per migliorare la visibilità televisiva, sostituendo quella tradizionale bianca. In partita, si cambiano ogni sette games la prima volta e poi nove.

Abitudini

Il Centre Court viene utilizzato solo per il torneo, ma ha ospitato anche l’Olimpiade del 2012. I vincitori del singolare maschile ricevono in campo la coppa d’argento originale, coi nomi di tutti i campioni:  è alta 47 centimetri e ha un diametro di 19. La coppa viene restituita al CLub successivamente in cambio di una replica ben più piccola; le vincitrici vengono premiate con il “Venus Rosewater Dish”, un piatto d’argento decorato con figure mitologiche del diametro di 48 centimetri, ma anche loro ricevono in realtà una replica più piccola, con incisi i nomi delle precedenti campionesse. Le giocatrici vengono chiamate dall’arbitro come “Miss” o “Mrs” durante il gioco, i giocatori vengono indicati con il cognome.

Esclusività

Le teste di serie vengono definite secondo criteri assolutamente soggettivi da parte del circolo (specialità dell’erba e precedenti nel torneo), bypassando la classifica che invece viene pedissequamente applicate in tutti gli altri tornei. Da quest’anno al quinto set si disputerà un tie-break tradizionale, ma non sul 6-6 bensì sul 12-12. La programmazione prevede il “Manic Monday”, la giornata più impegnativa del torneo con tutti i match degli ottavi di singolare maschile e femminile.

Tradizione

Fino al 2003 i giocatori, dopo essere entrati in campo erano tenuti ad inchinarsi guardando il Royal Box, la tradizione è stata limitata alla sola presenza del principe di Galles e della Regina. A Wimbledon non ci sono piccioni: la mattina e poi poco prima del via del partite un falcone viene lasciato libero di scorrazzare sul cielo sopra il torneo, terrorizzando gli altri volatili. Ai Championships, bisogna provare le famose fragole con panna.

Biglietti

Fin dal 1924, ad inizio anno è stata istituita una lotteria per acquisire il diritto di acquistare gli agognati biglietti per il torneo. Ci sono poi i debenturs, praticamente dei pass quinquennali per il Centre Court che, a differenza di tutti gli altri blglietti, possono essere legalmente rivenduti a cifre pazzesche. Addirittura, per il 2015-2020 i debentures si stima siano stati venduti a 50.000 sterline e già nell’aprile del 2018 la cifra sarebbe salita fino a 123 mila sterline.

BIG FOUR

Dal 2003 nessuno ha vinto Wimbledon al di fuori dei ”Fab Four”, Roger Federer, Rafael Nadal, Andy Murray e Novak Djokovic. L’ultimo a farcela fu l’australiano Lleyton Hewitt che superò in finale l’argentino David Nalbandian  in tre set. Sei sono stati invece I finalisti diversi dai “Magnifici Quattro”, con Andy Roddick il più presente, con tre, unico a strappare un set ai migliori nelle finali di Wimbledon.

Più giovane

A 15 anni e 122 giorni la statunitense Cori “Coco” Gauff è la più giovane a qualificarsi per il tabellone di Wimbledon, ci sono state tenniste più precoci di lei che però sono entrate nel torneo con una wild card o per diritto di classifica. A cominciare da Jennifer Capriati che, nel 1990, aveva appena 14 anni e 101 giorni: proprio per evitare casi drammatici come quello dell’americana le regole d’accesso al professionismo sono state poi cambiate.

Re e regina

Il primato di trofei di singolare a Wimbledon è di Roger Federer con 8, davanti ai 7 di William Renshaw e Pete Sampras, e ai 5 di Bjorn Borg e Laurie Doherthy, mentre Novak Djokovic incalza a quota 4. Fra le donne, comanda Martina Navratilova con 9, davanti a Helen Wills Moody 8, Serena Williams e Steffi Graf 7.

Ace e match lunghi

Nel 2018, John Isner ne ha messi giù 214, di cui 53 soltanto nella semifinale persa contro Kevin Anderson (a sua volta 49 ace). L’americano ha anche il record di ace fatti in un match solo: 113 nella leggendaria maratona di tre giorni contro Nicolas Mahut del 2010. Fra le donne, Serena Williams ha servito 102 ace nel 2012, quand’ha vinto il titolo contro Agnieszka Radwanska.

Nel 2010, Isner e Mahut hanno giocato per tre giorni, restando in campo 11 ore e 5 minuti, di cui 491 minuti (cioé 8 ore, 11 minuti) solo nel set finale, battendo di un’ora e 38 minuti il precedente record, giocando e complessivamente 980 punti. Per intenderci, Serena Williams per vincere il titolo donne, lo stesso anno, ha giocato in tutto 789 punti  in sette turni.

Più erbivori

Federer è leader delle partite vinte sull’erba, con 181  – e 19 titoli, nove più del secondo in classifica, Sampras, con 10 – , davanti a Jimmy Connors, con 170, e John Newcombe 137 (nessun altro contemporaneo fra i top 10); fra le donne, Navratilova al comando con 308, lontanissime le altre: Chris Evert a 185,  Pam Shriver 182,  con Serena Williams appena al nono posto con 101.

Bjorn Borg ha tuttora la migliore percentuale di successi a Wimbledon col 92.73%, davanti a  Pete Sampras (90%) e Roger Federer (88.79%), con Rod Laver (88%) e Novak Djokovic (86.67%); Nadal è 11.o con l’81.36%. Fra le donne, Steffi Graf è stata la più efficace, con 74 successi in 81 partite, e quindi il 91.35%, davanti a Navratilova con 89.63% e Serena 89.32%.

Bookmakers

Gli scommettitori puntano su Djokovic e Federer come primi favoriti fra gli uomini e Barthy, Serena Williams e Kvitova fra le donne

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