“Non mi piace Salvini, ha un comportamento distruttivo”, dice Lapo Elkann 

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Cristiano Minichiello / AGF 

Lapo Elkann

“Non mi piace l’atteggiamento di Salvini. Non sono salviniano e non amo il suo comportamento perché temo sia distruttivo e non costruttivo”. Lo ha detto a Palermo Lapo Elkann, parlando con i giornalisti a margine della conferenza stampa organizzata da Fondazione Laps e Croce Rossa Italiana – Comitato Regione Sicilia, per la sigla di un protocollo di intesa a sostegno dei bambini in difficoltà. “Penso che tutto si possa fare e si possa dire e ognuno può aver le proprie opinioni – ha proseguito – ma la realtà dei fatti è che quello serve non è un no o un sì, ma un processo di costruzione. Se guardiamo alla Francia, ad esempio, li’ c’è un grave problema di integrazione. Quindi non è un problema siciliano o italiano, ma europeo che va affrontato in Europa”. A stretto giro la replica di Salvini: “Da Lapo Elkann dichiarazioni stupefacenti”. 

“In quanto imprenditore mi sento di dire che fare impresa in Italia è l’impresa più ardua, è un inferno, non è una passeggiata di salute”, ha proseguito Elkann parlando con i giornalisti. “Perché le regole cambiano dalla sera alla mattina – ha proseguito – non abbiamo un governo stabile. Chiunque arriva cambia le regole del gioco e non sono mai chiare. Un problema non solo per gli imprenditori italiani ma anche esteri, e il Paese ha bisogno di equilibrio e serietà. Io personalmente non ho mai chiesto nulla dalla politica”, e poi l’affondo: “Anzi la politica mi ha sempre rotto i coglioni”.

“Oggi con Croce Rossa Italiana vogliamo sviluppare progetti rivolti agli italiani, ma anche ai nuovi italiani. La parola migranti, infatti, non mi è mai piaciuta: ricordo che quando gli italiani andarono in America eravamo migranti anche noi”, ha proseguito Elkann. “Come Laps siamo estremamente contenti di lavorare con Cri – ha proseguito Elkann – ma ricordo che non sono il primo Agnelli a farlo, la prima fu mia zia Susanna che si impegnò durante la seconda guerra mondiale aiutando i feriti. Per me è un onore essere qui a stringere questo accordo in Sicilia”.

“La Sicilia è la terra di accoglienza più importante che c’è nel Paese dei nuovi italiani. La bontà, d’animo e la generosità dei siciliani èmolto forte per tanti motivi”. Nel corso dell’incontro con la stampa ha spiegato di aver scelto per la firma del protocollo questa regione per un “un legame molto forte con i siciliani: sono juventino, tifo la Juve, il Napoli e poi Palermo”, ma anche perché “è la regione che soffre di più gli approdi di questi nuovi italiani. Ed è anche quella meno aiutata mentre andrebbe sostenuta di più dall’Italia e dall’Europa. D’altronde, ieri a Lampedusa, ai funerali delle vittime, non c’erano politici che rappresentano il Paese: un episodio che mi intristisce”.

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