Peggiora la coppia ricoverata allo Spallanzani. Termoscanner a Fiumicino

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Nel giorno che si apre con la buona notizia che il 17enne italiano rimasto a Wuhan non ha il coronavirus, quindi tornerà presto (autorità cinesi permettendo) nel nostro Paese, arrivano dallo Spallanzani segnali preoccupanti per i coniugi cinesi ricoverati da giovedì, gli unici due casi in Italia di contagio al momento.

I due, riferiscono i medici, “nelle ultime ore hanno avuto un aggravamento delle condizioni cliniche a causa di una insufficienza respiratoria”. Questo tipo di decorso “è segnalato nei casi fino ad ora riportati in letteratura”. Pertanto, spiegano i medici, è stato necessario un supporto respiratorio in terapia intensiva. “I pazienti sono monitorati in maniera continuativa e sono sottoposti a tutte le cure, anche farmacologiche del caso, compresi farmaci antivirali sperimentali.

Le attuali condizioni cliniche sono quindi compromesse ma stazionarie, per cui i medici che li hanno in cura si riservano la prognosi”. All’ospedale inoltre “sono ricoverati in questo momento 11 pazienti sintomatici provenienti da zone della Cina interessate dall’epidemia. Tutti sono stati sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus, tutt’ora in corso”.

Termoscanner a Fiumicino

Intanto, si intensificano le misure di sicurezza negli aeroporti: la task force del ministero della Salute ha preso la decisione, insieme alla Protezione Civile, di rafforzare sensibilmente i controlli e il personale medico e sanitario in tutti gli aeroporti e i porti. Fermati ormai da giorni tutti i voli dalla Cina, si procede ai controlli con corridoi sanitari e termoscanner per tutti i voli internazionali, mentre a Fiumicino 11 termoscanner nei tre terminal monitorano anche i voli domestici.

Nel dettaglio, nell’aeroporto romano sono stati allestiti 3 check-point centralizzati, uno presso il Terminal 1 e due al Terminal 3, e predisposte in totale 11 corsie di controllo, tutte dotate di termoscanner, 3 al Terminal 1, 3 al Terminal 3 per i voli Schengen e 5 agli arrivi internazionali al Terminal 3. Ogni corsia è presidiata da addetti sanitari che, tramite un tablet, sono in grado di rilevare la temperatura corporea misurata dai termoscanner. L’intera fase di controllo dura al massimo 2 secondi e non si registrano code tra i passeggeri.

Monitoraggio sugli studenti 

Il ministero dell’Istruzione ha chiesto alle scuole informazioni sugli studenti, cinesi e non, rientrati dalla Cina negli ultimi 15 giorni: “Stiamo effettuando il monitoraggio – spiega all’AGI Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi – ovviamente non ci sono dati centralizzati, bisogna procedere scuola per scuola. Ci vorrà qualche giorno. Ma credo che in tutta Italia il numero di studenti cinesi non sia elevatissimo, e nemmeno gli studenti in generale che sono stati di recente in Cina, non ci vorrà molto”.

Prima vittima a Hong Kong

Il contagio non rallenta nella Repubblica popolare, dove i morti sono 427 e i malati oltre 20.000. Una prima vittima è stata registrata anche a Hong Kong, un uomo di 39 anni che era stato a Wuhan lo scorso gennaio.

Sempre più governi cercano di rimpatriare i cittadini presenti in Cina. Sia le autorità britanniche che quelle francesi hanno chiesto ai loro cittadini di allontanarsi. Ad aumentare l’allarme è uno studio tedesco secondo il quale, contrariamente a quanto sostenuto finora, il virus si trasmette anche da persone che non hanno sintomi.

In Cina intanto cadono le prime teste. Zhang Qin, il numero due della croce rossa di Hubei, la provincia dalla quale si è diffuso il contagio, è stato accusato di aver gestito male fondi e materiali distribuiti per contenere l’epidemia e violato regolamenti. Anche altri due dirigenti: Gao Qin e Chen Bo sono stati sanzionati per negligenze, inadempienze e violazioni delle regole sulla prevenzione e il controllo dell’epidemia.

La Croce Rossa dello Hubei e quella di Wuhan sono state bersaglio delle critiche on line per la mancata distribuzione di materiale sanitario oggetto di donazione, causando disagi a medici e infermieri, soprattutto nelle aree rurali, nel contrasto all’epidemia. In particolare, una donazione di mascherine non idonee per la protezione contro il coronavirus a un ospedale non tra quelli selezionati per il contrasto al virus aveva destato la rabbia di molti utenti di internet in Cina.

L’ente dell’Hubei aveva cercato di spiegare l’errore, ma alcune inchieste giornalistiche avevano fatto luce sulle disfunzioni nella distribuzione degli aiuti. Diverse strutture ospedaliere, tra cui il nuovo ospedale Huoshenshan, costruito in solo dieci giorni, avevano reso noto che avrebbero accettato donazioni dirette by-passando l’intermediazione della Croce Rossa locale.

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