“Per fare un governo M5s-Pd ci vuole forte discontinuità di persone e programmi”, dice Marcucci

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SILVIA LORE / NURPHOTO

Andrea Marcucci

“È un’opzione inutile e poco credibile. L’accordo dovrà essere discusso seriamente per un governo che duri”. Andrea Marcucci, capogruppo renziano del Pd al Senato dice che non crede nella possibilità di un governo-ponte. Per poi aggiungere che la riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari “così com’è non va bene” e che nel caso ci dovesse essere un accordo in cui possa entrare anche il sì alla riforma, questo “se ci sarà, sarà complesso e gestito dal nostro segretario”. Sono questi i due passaggi centrali di un’intervista rilasciata a La Stampa di Torino nell’edizione in edicola.

Per il resto, sul j’accuse di Conte a Salvini, Marcucci dice di aver “apprezzato il rispetto che ha mostrato per il Parlamento, ma il nostro giudizio sul suo governo è estremamente critico” per poi essere netto: “Non possiamo fare sconti”.

Ciò significa niente Conte-bis per un governo Pd-5Stelle? Marcucci sostiene che per realizzare quell’accordo è necessaria “una forte discontinuità di persone e programmi” anche se siamo coscienti delle difficoltà” che si aprono ora, specie per la possibilità dei pentastellati di accettare un altro nome a Palazzo Chigi che non sia quello del premier uscente per un Conte-bis. “Ma qui si rischiano pesanti aumenti Iva e l’esercizio provvisorio. Se ci sono le condizioni per un accordo, dobbiamo tentarlo nell’interesse del Paese” aggiunge il capogruppo Pd a Palazzo Madama.

Altro capitolo assai delicato è quello della manovra 2020 dove sono in ballo 23 miliardi di aumenti Iva, ma per Marcucci “non farla significa mettere in difficoltà l’economia e i consumi” anche a costo di pagare questo senso di responsabilità nelle urne: “Chi ha responsabilità pubbliche deve farsene carico”. Salvini il senso di responsabilità “lo invoca spesso, io vedo proclami e tweet”.

L’accordo di governo futuro potrebbe inglobare anche Forza Italia? Per il capogruppo Pd la risposta è “noi no mettiamo veti e non precludiamo nulla”, spetta perciò al capo dello Stato fare le sue valutazioni in piena autonomia, però Marcucci aggiunge una breve annotazione: “dagli interventi in aula di oggi ho tratto l’impressione che il centrodestra non sia mai stato unito come oggi”.

Per il momento, ciò di cui ci si può rallegrare è che “e questo governo sia finito, e che da domani si apra un capitolo nuovo che passa dal Parlamento”. Quanto al ritiro della mozione di sfiducia presentata dalla Lega, Marcucci dice laconico: “Mi è parsa una mossa tardiva, inutile e poco dignitosa”.

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