Promossi e bocciati in Serie A. I nostri voti

AGI – Il campionato di serie A si è chiuso ieri con una ultima appendice: lo spareggio salvezza, da disputarsi domenica prossima in campo neutro, tra Spezia e Verona. Chi perde scenderà in B assieme a Cremonese e Sampdoria.

Per il resto, andranno in Champions il Napoli tricolore assieme a Lazio, Inter e Milan. Atalanta e Roma, rispettivamente quinta e sesta, giocheranno in Europa League, mentre la Juventus, al settimo posto, prenderà parte alla Conference League (Uefa permettendo).

E ancora: la Supercoppa Italia 2024 (nuovo format) vedrà in campo Napoli, Inter (che ha battuto la Fiorentina in Coppa Italia), Lazio e la stessa Viola.

Ma la stagione calcistica, quest’anno particolarmente anomala con l’interruzione di un mese e mezzo per i Mondiali in Qatar, ha ancora due importantissimi appuntamenti in agenda: mercoledì la Fiorentina, a Praga, sfiderà il West Ham nella finale di Europa League, mentre l‘Inter, a Istanbul il 10 giugno, proverà a strappare la Champions al Manchester City.

Le pagelle, squadra per squadra

L’AGI prova a dare i voti alle 20 compagini del nostro campionato. Ed ecco le promosse e le bocciate, tenuto conto delle potenziali dei singoli club e dei pronostici della vigilia.

Napoli: voto 10

Ha vinto lo scudetto con cinque giornate di anticipo (record eguagliato) e 90 punti, dopo aver stradominato per l’intero campionato, mostrando per lunghissimi tratti un calcio spettacolare e divertente.

Ha avuto la sfortuna di arrivare a un passo dalle semifinali di Champions (mai successo nella storia del club) in un momento in cui mancavano nell’undici titolare gli elementi di maggior peso.

Il tecnico Spalletti e il diesse Giuntoli, la scorsa estate, hanno avuto il coraggio e l’intuizione di ringiovanire la squadra (via gente di esperienza come Ospina, Ghoulam, Koulibaly, Mertens ed Insigne) puntando su pedine, Kim e Kvaratskhelia su tutti, il cui curriculum non sembrava così straordinario.

E invece… Alzi la mano, un anno fa, chi avrebbe scommesso sulla conquista del terzo tricolore, a 33 anni dall’impresa compiuta da Maradona e compagni.

Inter: voto 9

Può diventare un 10 se porta a casa la Champions. E pazienza se ha chiuso al terzo posto in classifica. Intanto, però, Inzaghi e i suoi hanno già vinto una Supercoppa italiana (3-0 sul Milan a Riad) e la Coppa Italia (2-1 sulla Fiorentina a Roma).

Sulla carta unica squadra in grado di tenere testa al Napoli (la cui prima sconfitta in campionato è maturata proprio nella San Siro nerazzurra), l’Inter ha peccato di continuità: parlano chiaro le 12 sconfitte subite.

E Lautaro Martinez non poteva sobbarcarsi da solo il peso di una intera squadra. Lukaku, rientrato in prestito dal Chelsea, ha impiegato davvero tanto tempo per tornare a essere quel bomber che aveva deliziato i suoi tifosi. Ma quando è tornato, sarà un caso, l’Inter ha spiccato il volo.

Lazio: voto 8

Ha impiegato un bel po’ di tempo mister Sarri per far capire la sua filosofia di gioco. L’anno scorso era andata così e così, quest’anno ci è riuscito e la squadra, complice la penalizzazione inflitta alla Juventus alla 36esima giornata, ha raggiunto il secondo posto guadagnandosi la possibilità di giocare l’anno prossimo in Champions (la terza volta con la gestione Lotito) e prendere parte alla prossima Supercoppa italiana.

L’impresa è ancora più significativa se si pensa che i biancocelesti hanno avuto il peggior Immobile da sette anni a questa parte: afflitto da infortuni a ripetizione e mai davvero in condizione quando è sceso in campo, l’attaccante della Nazionale ha chiuso l’annata con la ‘miseria’ di 12 gol.

I tifosi erano abituati a ben altri numeri. Da mettere in bacheca in campionato, comunque, il doppio derby vinto (sempre per 1-0) e ben 21 clean sheet (record di Provedel eguagliato). Molto deludente, invece, il cammino in Europa League e poi in Conference.

Atalanta: voto 8

ha chiuso il campionato al quinto posto, a sei punti dalla zona Champions, segno che la crisi del settimo anno, con Gasperini alla guida, non c’è stata. Anzi.

Il merito del tecnico è stato quello di aver valorizzato la solita pletora di giovani (da Hojlund a Lookman) che hanno saputo calarsi perfettamente in una macchina dai meccanismi ben oliati. Peccato per lo scarso contributo alla causa, in termini realizzativi, offerto da Zapata e Muriel, la cui annata è stata tormentata da infortuni a ripetizione.

Ma l’Atalanta c’è sempre, più viva che mai. Ed è pronta a farsi valere in Europa League.

Monza voto 8

Sa di miracoloso arrivare undicesimi in classifica, quando dopo sei giornate di campionato sei ultimo con un appena punto. Ma l’accoppiata vincente Berlusconi-Galliani, archiviata l’esperienza di Stroppa in panchina, ha avuto l’intuizione giusta nell’affidare la prima squadra al tecnico della Primavera, Raffaele Palladino, fresco di rinnovo.

Da quel momento, in poi, i brianzoli hanno cambiato regime, hanno conquistato punti anche su campi teoricamente proibitivi, regalando squarci di bel gioco. Tra le chicche dell’annata, la doppia vittoria sulla Juventus, i tre punti strappati a San Siro sull’Inter e quelli conquistati in casa sul Napoli (già scudettato).

Fiorentina: voto 7,5

Dopo alcuni mesi un po’ stentati, Italiano è stato capace di trovare la quadra e di gestire un gruppo di giocatori di prospettiva e di valore. Il 2023 ha portato finalmente risultati e soddisfazioni. L’ottavo posto in classifica ne è una conferma.

La Viola ha perso la finale di Coppa Italia contro un’Inter straripante e mercoledì si contenderà il trofeo della Conference League con il West Ham. Vuol dire che il lavoro del tecnico è stato proficuo. Due finali in una stagione non capitavano alla Fiorentina dal 1961.

Milan: voto 7

Da una squadra con lo scudetto cucito al petto, seppur imbottita di giovani, era lecito aspettarsi di qualcosa più. In campionato è uscita presto dai giochi mentre in Champions è andata ben oltre le aspettative, fermandosi alle semifinali, vinte con merito dall’Inter. Il quarto posto finale in campionato è il minimo sindacale.

Pioli ha comunque diverse attenuanti: non ha potuto contare mai sull’esperienza di Ibra, sempre fuori per infortunio, e soprattutto non ha tratto alcun beneficio da alcuni acquisti estivi che avrebbero dovuto garantire una svolta, ‘in primis’ da Charles de Ketelaere, il talentino del Bruges che non è riuscito ad adattarsi al calcio italiano.

Splendide invece le conferme di Leao, Theo e del portiere Maignan.

Bologna: voto 7

Annata complicatissima all’inizio (due sconfitte e tre pareggi nelle prime 5 partite), con l’esonero a sorpresa di mister Mihajlovic che ha lasciato una squadra in dodicesima posizione in classifica. A dicembre la morte del serbo, stroncato da una leucemia, avrebbe potuto destabilizzare i giocatori, ma Thiago Motta è stato bravo a compattare l’ambiente.

De Silvestri e compagni, a suon di vittorie, hanno stazionato anche al settimo posto, chiudendo poi la stagione al nono. Non potendo contare sulle doti tecniche e sull’esperienza di Arnautovic, a lungo fuori per infortunio, il tecnico brasiliano ha sfruttato al massimo la verve realizzativa di Orsolini e beneficiato dell’esplosione di alcuni giovani come Posch e Ferguson.

Salernitana: voto 7

Ha chiuso quindicesima, con una salvezza conquistata senza troppi affanni, non come un anno fa quando a credere nella permanenza nella massima serie erano in pochissimi. Esonerato il tecnico di quel miracolo, Nicola, dopo la sconfitta esterna per 0-1 contro il Verona, la squadra, lasciata a +4 dalla zona retrocessione, ha rischiato di crollare.

Brava la società a puntare tutto su Paulo Sousa, che ha saputo dare una sterzata all’ambiente, giovandosi dell’esperienza del 38enne Ochoa, portiere messicano reduce dai Mondiali in Qatar (la sua terza partecipazione), dei gol di un rinato Candreva (36 primavere) e dell’esplosione sotto porta del senegalese Dia (16 reti in 33 partite). Un dato fra tutti: tre sole le sconfitte dei campani con il portoghese in panchina.

Torino: voto 6,5

Decimo quest’anno con 53 punti, decimo l’anno scorso con 50. Lascia l’amaro in bocca pensare che proprio all’ultima giornata ha sprecato la chance di conquistare l’ottavo posto e sentire il profumo di Europa.

Ma Juric, che in pieno ritiro estivo non aveva nemmeno un numero sufficiente di giocatori per organizzare una partitella in famiglia, ha fatto quello che ha potuto. Manca ancora della qualità in certi reparti o nei singoli, ma le premesse per fare meglio la prossima stagione ci sono tutte (Ricci, Ilic e Buongiorno rappresentano il futuro), sempre che Cairo non decida di cedere i pezzi più pregiati per fare cassa.

Due gli interrogativi che hanno afflitto quest’anno l’ambiente granata: perché così tanti infortuni a ripetizione (alcuni anche gravi) quasi sempre in allenamento e perché una così evidente differenza di rendimento della squadra tra le partite giocate davanti al proprio pubblico (appena 5 vittorie) e quelle in trasferta (con ben 9 successi).

Roma: voto 6,5

Se avesse vinto la finale di Europa League con la possibilità di giocare l’anno prossimo in Champions, il voto sarebbe stato ben più alto. E invece no. I giallorossi hanno chiuso la stagione al sesto posto, esattamente come lo scorso anno, ma con un trofeo in meno in bacheca (l’altra volta fu la Conference) e l’accesso all’Europa League conquistato peraltro negli ultimi minuti dell’ultimo turno.

Mourinho, con una rosa non proprio ampia e qualitativamente non all’altezza per poter competere con le grandi (fa eccezione il solo Dybala), ha fatto i miracoli almeno oltre frontiera, conquistando con i giallorossi la seconda finale europea in due anni.

Il gioco non è stato mai brillante, raramente ha divertito, ma il tecnico portoghese ha saputo proteggere i suoi giocatori dalle polemiche e portare il tifo dalla sua parte. Lo dimostrano i sold-out continui che ha registrato l’Olimpico e l’entusiasmo che ha sempre accompagnato i giallorossi.

Empoli: voto 6,5

Secondo anno consecutivo nella massima serie e, come il precedente, di nuovo un 14esimo posto a fine torneo. Dopo un avvio un po’ incerto, i toscani, affidatisi a Zanetti dopo l’esperienza con Andreazzoli, hanno vinto la prima partita alla settima giornata ma si sono messi in carreggiata raggiungendo addirittura la nona posizione alla fine del girone di andata.

Qualche patema nel finale di stagione c’è stato assieme, però, alla soddisfazione di aver lanciato giovani di prospettiva come Baldanzi e Cambiaghi.

Udinese: voto 6

Ha chiuso in 12esima posizione, sotto tono, eppure i 19 punti conquistati all’ottava giornata hanno fatto sognare (e illudere) la tifoseria grazie alle sei vittore consecutive. Da allora, complice anche una sequela interminabile di infortuni, c’è stato un lento declino della squadra che ha vivacchiato a metà classifica senza particolari guizzi.

Certo è che senza i gol di Beto sarebbe stata dura. Molti giovani in rosa hanno peccato d’esperienza, facendo andare su tutte le furie mister Sottil per le tante partite gettate al vento per banali disattenzioni.

Lecce: voto 6

Campionato chiuso al 16esimo posto, ma quanta sofferenza. I salentini, nella seconda parte della stagione, se la sono vista davvero brutta, sprecando un +10 sulla zona ‘calda’ che avevano toccato alla 23esima giornata.

Mister Baroni ha comunque avuto il merito di aver assemblato un gruppo di calciatori molto giovani cui ha fatto da chioccia il campione del mondo Samuel Umtiti, giunto in prestito dal Barcellona.

Coriaceo e bene organizzato in difesa, il Lecce ha mancato spesso sotto porta per l’assenza di un vero bomber. In tanti hanno rimpianto la cessione estiva del bomber Coda, vero protagonista l’anno precedente della promozione in serie A.

Sassuolo voto 5,5

Ha deluso le attese, rispetto alla stagione precedente, arrivando a chiudere al 13esimo posto e stazionando in certi momenti anche in quart’ultima posizione. Ha pagato forse un mercato non felicissimo.

Sicuramente le cessioni in estate dei bomber Raspadori e Scamacca (26 gol insieme) in cambio degli arrivi di Pinamonti e Laurienté (5+7 reti) non hanno prodotto gli effetti sperati. Buon per mister Dionisi che Berardi, all’undicesima annata con la maglia del Sassuolo, abbia confermato il solito buon feeling con la porta avversaria (12 gol in 26 partite).

Juventus: voto 5

Annata orribile da dimenticare in fretta, la seconda consecutiva senza vincere un trofeo, anche se i punti conquistati sul campo avrebbero certificato l’accesso in Champions.

Ha chiuso in settima posizione (che vuol dire Conference League, in attesa delle determinazioni dell’Uefa) e quella penalizzazione di 10 punti, inflitta dalla giustizia sportiva per la vicenda delle plusvalenze, ha destabilizzato un ambiente che in estate era partito con ben altre ambizioni.

Allegri, con i guai extracampo che hanno travolto l’assetto societario, ha rappresentato l’unico riferimento certo di una squadra che la scorsa estate era data per vincente grazie al ritorno in bianconero di Pogba, che il campo praticamente non l’ha mai visto, e ai gol di Vlahovic, rivelatosi invece in crisi di identità.

Discontinuo Di Maria, non pervenuto Paredes, quasi mai in giornata Chiesa, gli unici sorrisi in casa bianconera sono arrivati dalla crescita di alcuni giovani (Miretti, Fagioli, Gatti).

E anche all’estero i risultati sono stati assai mesti: uscita dalla Champions nella fase a gironi, la Juve è stata eliminata in semifinale di Europa League dal Siviglia, che poi ha portato a casa il trofeo (il settimo nella storia).

Spezia: voto 5

Si giocherà la salvezza nello spareggio con il Verona ma l’annata è stata angosciante e arida di soddisfazioni per i tifosi. Concluso un girone d’andata in modo relativamente tranquillo, i liguri nel ritorno hanno collezionato appena due successi finendo per occupare in pianta stabile la 17esima posizione.

Senza i gol di Nzola sarebbe stata serie B certa. Esonerato Gotti a metà febbraio, l’arrivo di mister Semplici non ha cambiato di molto il trend degli spezzini che non hanno mai saputo sfruttare in modo adeguato il fattore campo. 

Verona: voto 4,5

Comunque vada a finire con lo Spezia, è stato un campionato choc, che alla vigilia non poteva essere neppure immaginato. La stagione precedente, con Tudor alla guida, si era chiusa con 53 punti e il nono posto in classifica. Ma le partenze di Simeone, Caprari e Barak (40 gol in tre) sono state pagate a prezzi carissimo.

Quest’anno la società aveva deciso di scommettere su Cioffi, reduce da un buon 12esimo posto con l’Udinese, ma il tecnico non è stato fortunato e il suo esonero è scattato a metà ottobre dopo 9 partite (e 5 punti).

Al suo posto l’ex-vice Bocchetti il cui arrivo non ha prodotto la svolta auspicata. Scaduta la deroga concessa a Bocchetti per allenare, in panca si è presentato Zaffaroni, bravo in ogni caso a incoraggiare gli scaligeri nella corsa alla quart’ultima posizione e a non mollare mai. 

Cremonese: voto 4

È retrocessa dopo aver dato battaglia in tutti i campi pur di non ritornare in cadetteria. Ma l’orgoglio, da solo, non può bastare. Certo, con il senno del poi, se mister Ballardini fosse stato chiamato prima, le cose sarebbero andate diversamente. Lo dicono le statistiche.

Le troppe partite pareggiate, con Alvini in panchina, hanno illuso la proprietà che sperava in una svolta, mai arrivata. Col cambio di guida tecnica, i grigiorossi si sono fatti valere soprattutto in Coppa Italia dove hanno eliminato il Napoli (allo stadio Maradona) e la Roma (all’Olimpico), per poi cedere in semifinale alla Fiorentina.

Sampdoria: voto 3

Salvarsi quest’anno, dopo l’impresa riuscita lo scorso campionato alla penultima giornata, era praticamente impossibile. Con la società a un passo dal baratro e con una squadra davvero modesta, la retrocessione in serie B era di fatto scritta. Giampaolo è stato esonerato dopo 8 partite (e due punti).

Mister Stankovic ce l’ha messa davvero tutta per portare entusiasmo e gioco, ma quando tutti gli episodi ti danno contro e la rosa dei giocatori è quella che è, vuol dire che non c’è niente da fare.

L’augurio è che i guai societari, con il cambio di proprietà, siano definitivamente risolti e che i blucerchiati possano ritornare in A, esattamente come hanno fatto quest’anno i cugini genoani. 

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