Migranti: saltano i 35 euro, diventano 19

Migranti: saltano i 35 euro, diventano 19

Foto: Pierpaolo Scavuzzo / AGF 

 Matteo Salvini

“I costi di riferimento da mettere a base d’asta saranno notevolmente inferiori rispetto alla media dei 35 euro pro capite spesi oggi: parliamo di una cifra compresa tra i 19 euro dei centri più grandi, dove sono possibili maggiori economie di scala, e i 26 euro dei centri più piccoli”. Lo ha detto Gerarda Pantalone, capo del Dipartimento Immigrazione e Libertà civili del Viminale, illustrando il nuovo bando tipo di capitolato per i servizi di prima accoglienza ai richiedenti asilo.

“La rivisitazione dei servizi di accoglienza – ha spiegato Pantalone – nasce dalla direttiva emanata dal ministro il 23 luglio e dalle raccomandazioni della Corte dei Conti ed è frutto di una attenta analisi della realtà del fenomeno e della sua evoluzione: il numero dei migranti in accoglienza, seppure ancora significativo, ad oggi si è ridotto a 144 mila, i centri sono diversi per tipologie e dimensioni, i servizi andavano ricalibrati sulle singole realtà. Quello che è importante è che nulla è stato tolto: non sono stati toccati i servizi tesi a garantire la dignità della persona, dall’assistenza sanitaria alla mediazione linguistico culturale passando per i kit di ingresso, i pocket money e le schede telefoniche, mentre sono stati tagliati i servizi di integrazione e inserimento nel tessuto territoriale, riservati ai soli titolari di protezione internazionale”.

 Il direttore del Dipartimento immigrazione e libertà civili del ministero, sostiene che “nulla viene tolto” e ai migranti vengono garantiti “tutti i servizi previsti dalle direttive europee per garantire la dignità della persona umana”, vale a dire “il servizio di assistenza alla persona” (mediatore culturale, informazione su diritti e doveri, assistenza sociale) ma anche “assistenza sanitaria, preparazione pasti, lavanderia, igiene ambientale, kit di ingresso, pocket money e scheda telefonica (5 euro)”. Ma è lei stessa ad ammettere che saltano “i servizi di integrazione e inserimento nel tessuto territoriale, perché questi vengono riservati ai titolari di protezione internazionale” e “dunque verranno destinati in un secondo momento”.

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