Alex ha forzato il blocco e ha raggiunto Lampedusa

ong alex lampedusa 

MARCO PANZETTI / NURPHOTO 

Migranti a bordo di una nave ong, immagine d’archivio

La barca a vela Alex della ong Mediterranea ha attraccato al porto di Lampedusa. Sul molo un massiccio spiegamento di forze dell’ordine. Le motovedette hanno chiesto al capo missione, Erasmo Palazzotto, di fermarsi, ma il parlamentare avrebbe spiegato che lo stato di necessità a bordo non consente di attendere oltre e che lo sbarco è inevitabile a causa della situazione igienico-sanitaria: da qui la decisione di entrare nelle acque territoriali italiane e dirigersi verso il porto di Lampedusa.  

A bordo della imbarcazione erano terminati i rifornimenti di acqua e i bagni erano inservibili. Per questo, sostiene la ong, “l’unica scelta possibile per la sopravvivenza è quella di forzare il blocco”.

Durante la mattinata c’etra stato un duro braccio di ferro tra l’ong e il ministro dell’Interno: “Vada a Malta“, aveva ribadito Salvini dopo l’ennesima richiesta di Mediterranea. “In queste condizioni andare a Malta metterebbe a rischio la sicurezza e l’incolumità delle persone. Lampedusa è ora il solo porto sicuro possibile”, avevano replicato dalla ong prima di far rotta verso l’isola.

Dopo il caso Sea Watch, si era così aperto un nuovo fronte per il ministro che aveva optato per il muro contro muro con le organizzazioni non governative.  “Prima la Sea Watch, ora la Alan Kurdi e la Alex entrambe dirette a Lampedusa dopo aver ignorato approdi più vicini come i porti tunisini e quelli maltesi. È chiaro che quanto sta accadendo non sono più salvataggi: siamo di fronte a delle vere e proprie sfide conto il nostro Governo e il nostro Stato, contro la nostra sovranità, sfida a cui si risponde con un’applicazione rigorosa delle leggi e con delle regole di ingaggio che consentano la difesa dei confini del Paese. Perché chi usa la violenza contro uno Stato sarà ripagato con la stessa moneta…”, ha dichiarato Roberto Calderoli, vice presidente del Senato.

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