È allarme nei Pronto soccorso: fino a 5 giorni di attesa per i pazienti Covid

AGI – La situazione drammatica che i Pronto soccorso italiani stanno vivendo durante questa nuova ondata di casi di coronavirus “è legata all’iper afflusso dei pazienti con sintomi riconducibili al Covid e alle difficoltà che stiamo trovando nel ricoverare i pazienti nei centri Covid identificati perche’ loro non hanno piu’ posti letto”. Lo dice all’AGI Salvatore Manca, presidente della Società italiana di medicina di emergenza-urgenza (Simeu).

“Per questo motivo all’interno dei Pronto soccorso si trasformano le ‘osservazioni brevi intensive’ in reparti di emergenza Covid. Questo chiaramente con una dotazione organica e strutturale non ottimale per questa tipologia di gestione. Tutto cio’ crea enormi problemi”. La presa d’assalto dei pazienti ai Pronto soccorso “e’ una situazione generale e riguarda tutte le regioni italiane – aggiunge Manca -. Ho sentito i presidenti due giorni fa e posso dirle che è così”.

Non è invece uniforme la questione riguardante le strutture. “Chiaramente alcune regioni, quelle ubicate principalmente al centro-nord, hanno strutture più adeguate e riescono a dare risposte migliori. Anche perche’ hanno mantenuto i reparti Covid prevedendo una seconda ondata. Nelle regioni del centro-sud invece questo non è stato fatto”.

“Molti reparti Covid si stanno approntando adesso e ci vogliono i normali tempi tecnici per farlo. Per cui i pazienti li stiamo seguendo noi. Si pensi solo che all’ospedale San Martino di Oristano da tre giorni il pronto soccorso è chiuso perche’ l’osservazione breve, dotata di 8 posti letto, ha 13 pazienti Covid positivi sintomatici ricoverati. E quindi l’ospedale non puo’ svolgere il Pronto soccorso”.

Per Manca questo è un esempio concreto “di situazione drammatica”. In altri casi, aggiunge il presidente di Simeu i Pronto soccorso stanno diventando “un parcheggio” in cui questi pazienti rimangono “anche per 3-5 giorni”. Secondo Manca la cosa prima cosa immediata da fare è quella “di riaprire i reparti Covid e far sì che i servizi territoriali funzionino e diano adeguate risposte. Le unità speciali di continuità assistenziale, che dovrebbero seguire i pazienti asintomatici positivi a domicilio, devono iniziare a funzionare seriamente. Altrimenti è normale che le persone si rivolgano sempre di più ai servizio ospedalieri e in particolare a quello aperto h24 che è il Pronto soccorso”.

Per Manca, infine, è necessario “tenere in considerazione il lavoro che stanno facendo i medici di Pronto soccorso in tutta italia. Non si nota mai troppo ma il fatto che stanno diminuendo i ricoveri in terapia intensiva, rispetto a marzo, è legato proprio al lavoro straordinario che stanno facendo i medici che operano nel servizio d’emergenza di pronto soccorso e 118 perché fanno sì che i pazienti non si aggravino e non finiscano quindi in terapia intensiva”, conclude. 

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