È morto Luciano Gaucci, ex presidente del Perugia

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Vittorio La Verde / AGF 

Luciano Gaucci

“Se ne va Luciano Gaucci, un presidente unico nel suo genere”. Con questo tweet il giornalista Gianluca di Marzio dà la notizia della scomparsa, all’età di 81 anni, di Luciano Gaucci, imprenditore nato a Roma nel 1938, per 13 anni presidente del Perugia.

Gaucci si è spento a Santo Domingo, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita. È stato un grande appassionato di calcio e, oltre al Perugia, è stato proprietario di Sambenedettese, Viterbese e Catania, oltre ad aver ricoperto la carica di vicepresidente della Roma di Dino Viola.

Come dirigente sportivo, durante la gestione del Perugia ha ottenuto una promozione dalla Serie C1 alla Serie B nel 1994, due promozioni dalla Serie B alla Serie A (1996 e 1998), più una promozione in Serie B revocata per illecito sportivo al termine del campionato 1992-1993, che costò tre anni di squalifica al presidente.

Durante le stagioni in Serie A la squadra raggiunse la semifinale di Coppa Italia 2002-2003 e la partecipazione alla Coppa Uefa 2003-2004, successiva alla vittoria della Coppa Intertoto 2003, primo trofeo importante della società. E’ stato anche proprietario della Viterbese (dal 1997 al 2000 con una promozione in C1), Catania (dal 2000 al 2004 con una promozione in B) e Sambenedettese (dal 2000 al 2004 con 2 promozioni dalla Serie D alla C1).

Dopo aver lavorato da giovane come tranviere è diventato monopolista nel settore degli appalti nelle pulizie (impresa La Milanese) ed è’ stato vicepresidente dell’As Roma dall’82 all’89 sotto la presidenza di Dino Viola.
Presidente eccentrico, è stato il primo, e per adesso unico, presidente ad affidare la panchina di squadra di calcio a un’allenatrice: nel 1999 chiamò infatti Carolina Morace alla guida della Viterbese, dove restò pochissimo. Inoltre fu lui a far debuttare in Serie A Serse Cosmi e in Serie B Stefano Colantuono

Un talent scout dal fiuto redditizio

Rinomata la sua attitudine nello scovare calciatori in serie minori (perfino in Eccellenza) o in Paesi stranieri dove il calcio era uno sport minore, per poi rivenderli a peso d’oro una volta esplosi a livello professionale. Memorabili l’affare del difensore Pieri, acquistato per 50 milioni di lire e rivenduto per 16 miliardi; oppure il giapponese Nakata rivenduto alla Roma a peso d’oro; o ancora del coreano Ahn Yung Hwan.

Si ricordano anche due acquisti particolari: la provocazione del tesseramento al Perugia della calciatrice tedesca Birgit Prinz o quella di Saadi Al Gheddafi, figlio del Colonnello libico, ingegnere con l’hobby del pallone che è stato due anni in Umbria giocando una sola partita prima di essere sospeso per doping (nandrolone).

Gaucci è stato anche presidente di Napoli Sportiva, società nata dopo il fallimento della vecchia Società Sportiva Calcio Napoli nell’estate 2004, sotto il peso di 67 milioni di euro di debiti e aveva ingaggiato Angelo Gregucci come allenatore. La Napoli Sportiva non fu iscritta ad alcun campionato professionistico o dilettantistico.

Gaucci ebbe anche diverse vicissitudini giudiziarie. Indagato per il fallimento dell’AC Perugia, è stato inquisito assieme ai figli Riccardo e Alessandro per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e nel 2005 si è rifugiato nella Repubblica Dominicana. Ha quindi patteggiato la pena di tre anni per bancarotta fraudolenta e reati fiscali che poi non è stata scontata in quanto indultata. Nel marzo 2009 dopo quasi quattro anni di latitanza è rientrato in Italia.

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