Esiste un accordo tra tv e Lega Calcio per silenziare i ‘buu’ razzisti?

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Marco BERTORELLO / AFP
 

Kalidou Koulibaly

È ancora acerba ma quella sull’audio ‘rubato’ all’amministratore delegato della serie A, Luigi De Siervo, potrebbe essere un’inchiesta dirompente sul tema del razzismo negli stadi. Il pm di Milano Alberto Nobili, lo stesso che si occupa delle minacce alla senatrice Liliana Segre e, in genere, di vicende relative a discriminazioni, vuole verificare se sia stato siglato un patto tra la Lega e alcune emittenti televisive per ‘silenziare’ i ‘buu’ contro i giocatori di colore che si levano dalle curve degli stadi italiani.

L’ipotesi origina dal vocale registrato da un ‘anonimo’ durante il consiglio della Lega seria A del 23 settembre, poi consegnato al sito di ‘Repubblica’ che ne ha reso noto il contenuto, in un periodo di tensioni acute all’interno dell’organismo di cui fanno parte le società della massima serie. Una possibilità investigativa tutta da verificare e, in questa fase, da considerare con cautela. Parlando con l’ad del Milan, Paolo Scaroni, che sottolineava i ‘buu’ italiani finiti anche sul ‘New York Times’, De Siervo affermava: “Ti faccio una confessione, non la mettiamo a verbale: io ho chiesto ai nostri registi di spegnere i microfoni verso la curva. Io l’ho chiesto. Quindi non lo sentirete in tv perché io ho chiesto di spegnere i microfoni”.

È possibile che dietro quest’affermazione si celasse un accordo tra società e tv per evitare alle prime di prendere multe dovute ai cori razzismi, restituendo al tempo stesso un’immagine migliore del nostro pallone? “Dal punto di vista tecnico, il tentativo che è stato fatto è quello di evitare di trasformare in eroi determinati ragazzi, esiste un rischio di emulazione, com’è accaduto nel lancio delle pietre dal cavalcavia” – era stata la difesa di De Siervo, che sarà ascoltato presto dagli inquirenti.

“L’obiettivo è proprio l’opposto – aveva aggiunto – andarli a prendere uno per uno per punirli severamente. Nell’audio si sente solo una frazione del ragionamento che era più ampio e verteva sulla produzione televisiva. Stavamo ragionando su come le riprese tv possano raccontare al meglio la bellezza nel calcio”. Il magistrato ha delegato donne e uomini della Squadra Mobile di svolgere accertamenti e sentire tutti i protagonisti del caso. Per adesso il fascicolo è a ‘modello 22’, cioè senza ipotesi di reato, né indagati. Sempre in Procura a Milano, è stata aperta un’altra indagine sull’elezione come presidente della Lega di Gaetano Micciché del 19 marzo 2018, che poi si è dimesso alla fine dello scorso anno.

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