Grillo annuncia la bozza per il riordino della formazione post laurea nella sanità 

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“Dopo lo sblocco delle assunzioni che erano ferme dal 2009, è l’ora di riordinare il sistema della formazione post laurea per la nostra sanità. Serve uno sforzo di tutti ed un grande senso di responsabilità, sarebbe una riforma epocale capace di migliorare tutto il sistema nel suo complesso, sia della formazione degli operatori sanitari che del Servizio sanitario nazionale”. Lo scrive il ministro della Sanità Giulia Grillo su Twitter.

“Già nelle prossime settimane potremmo discutere della nostra bozza di riforma con i ministeri coinvolti – prosegue – in primis il MIUR, la Funzione Pubblica, MEF, coinvolgendo altresì tutti i pilastri su cui si poggia il sistema dalle associazioni dei medici e dei pazienti, le regioni e le università, sono sicura che ognuno di loro saprà avere un ruolo responsabile in questo processo. Le Regioni stanno cercando di mettere le toppe come possono, ma sono convinta che la riforma debba essere nazionale, come Ministro e come Medico desidero fare tutto quanto in mio potere per garantire una formazione di alto livello, omogenea su tutto il territorio nazionale, consapevole che seppur strada più complessa è quella che sul lungo periodo restituirà migliori risultati”.

I due principi della riforma

Il ministro Giulia Grillo sottolinea: “Due principi voglio che siano faro in questa riforma. Primo la garanzia della migliore cura a tutti cittadini e chi si trova, suo malgrado, in un Pronto Soccorso o in un’altra situazione di emergenza. Secondo, bisogna garantire il livello della formazione a livello nazionale, non possiamo permetterci che ci siano diversi percorsi nelle diverse aree del Paese”.

Secondo la Grillo: “Dobbiamo impegnarci sulla qualità formativa centrata sui contenuti e non sulle lungaggini burocratiche che paralizzano il Paese, in secondo luogo un ampliamento e responsabilizzazione graduale di tutti i soggetti. Le università – conclude – dovranno gestire più medici in formazione su reti formative più ampie, i medici in formazione degli ultimi anni dovranno essere via via più autonomi nei sistemi sanitari di quanto lo possano essere oggi, le strutture regionali dovranno essere sempre più coordinate con gli atenei per divenire parte integrante delle reti di formazione”.

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