Il popolo del “Sì Tav” alla prova della piazza dopo la mobilitazione online

Il popolo del "Sì Tav" alla prova della piazza dopo la mobilitazione online

Il popolo del Sì alla Tav, dopo avere accolto l’appello rimbalzato sui social in queste settimane, si prepara a scendere in piazza, sabato mattina, per dire che la città non è contro la Torino-Lione. Senza bandiere di partito e senza etichette politiche, solo il tricolore e la bandiera dell’Europa. A raccogliere l’invito, secondo gli organizzatori, sono decine di migliaia di persone che in questi giorni hanno interagito con il gruppo Facebook ‘Si’ Torino va avanti’ e che da ieri è diventato a tutti gli effetti un comitato.

La mobilitazione delle ‘madamin’

“Siamo nati lo scorso 29 ottobre, giorno in cui il Consiglio comunale ha votato la mozione per dire no alla Torino-Lione – spiega Patrizia Ghiazza, una delle sette promotrici del comitato – abbiamo assistito alla discussione e alla votazione in aula, eravamo sconfortate. Ci siamo sentite chiamate in causa, non riuscivamo ad accettare che Torino fosse definita città No-Tav. Si è accesa la scintilla, abbiamo pensato alla piazza di Roma che protestava contro l’amministrazione comunale e abbiamo deciso di creare un gruppo”. A dare vita al comitato ‘Sì, Torino va avanti’ sono sette signore torinesi, professioniste, di età compresa tra i 50 e i 60 anni, diventate famose in città in pochi giorni con l’appellativo sabaudo di ‘madamin’.

“Non siamo delle ragazzine – aggiunge Ghiazza – abbiamo tanta esperienza alle spalle, non vogliamo finire relegate in un angolo della Pianura Padana. Per questo la Tav è fondamentale, ma Torino deve guardare avanti anche su altri fronti, dal lavoro al turismo, dalla cultura alla solidarietà. Temi al centro delle discussioni sul nostro gruppo Facebook. C’è un livello di partecipazione incredibile”. “Noi abbiamo grande rispetto per le istituzioni – afferma Giovanna Giordano, di professione informatica e portavoce del comitato – sul nostro gruppo c’è voglia di gentilezza, di educazione, nella forma e nella sostanza. Noi vogliamo parlare e non urlare e sarà così anche sabato in piazza. C’è un grande scatto d’orgoglio, Torino vuole tornare ad essere quello che era”. 

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L’appuntamento di sabato è in piazza Castello, davanti a Palazzo Madama, alle 11. “Siamo sicure che la manifestazione sarà pacifica – prosegue Giordano – vogliamo portare in piazza la compostezza, siamo persone tranquille, non ci sono facinorosi. Non ci sarà un grande palco, solo un promocar per gli interventi con le bandiere dell’Italia e dell’Europa. Ma soprattutto non ci saranno bandiere di partito, non sarà una manifestazione politica, ma della società civile. La sfida è creare una visione per Torino, per il suo futuro. Questo appello è stato raccolto da tante persone, in tantissimi arriveranno dalla Valle di Susa e poi dal resto del Piemonte e da Milano”.

E dopo?

Intanto, in molti in città si chiedono cosa ne sarà della rivoluzione pacifica delle signore torinesi dopo la manifestazione del 10 novembre. “Difficile sarà capitalizzare questa forza che abbiamo senza farci appiccicare addosso etichette politiche – spiega Giordano – sono ‘madamin’ e non me ne vergogno, voglio un futuro migliore per Torino”. “Cosa succederà dopo non lo sappiamo – dice Ghiazza – non abbiamo mai fatto politica. Abbiamo costituito il comitato perché siamo attente alle problematiche della società civile. Dipenderà da cosa raccoglieremo sabato”. Protagonista della manifestazione e della sua organizzazione, anche l’ex sottosegretario alle Infrastrutture Mino Giachino, forte delle 60 mila firme raccolte a favore della Tav.

“La manifestazione di sabato sarà una svolta nella politica italiana – afferma – passiamo dalla fase dei no alla fase in cui i cittadini scendono in piazza per dire sì alla Tav, allo sviluppo economico, al rilancio, al futuro”. Per Giachino “la gente vuole assolutamente quest’opera”. “Io mi batto da 20 anni per la Tav – aggiunge – ho visto solo manifestazioni contro, sabato si scende in piazza per il Sì, perché la mozione approvata dal Consiglio comunale è un fatto grave. Oggi Torino si ribella, perché non vuole che le si portino via le condizioni per progredire. La Tav non è merce di scambio, ma l’unica possibilità di sviluppo. Per questo andremo avanti”.

Ma la politica ci sarà comunque

In piazza ci saranno anche le categorie produttive della città, sindacati e associazioni. E naturalmente molti esponenti politici, dal Pd a Forza Italia, da Fratelli d’Italia alla Lega. Hanno annunciato la loro presenza anche CasaPound e Forza Nuova. Nel frattempo, domani una delegazione dem, guidata da Graziano Delrio, sarà a Torino per ascoltare sindacati e imprenditori sul tema Tav. All’incontro parteciperà anche il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino. Per l’ex ministro dei Trasporti, infatti “mettere in discussione la Tav sarebbe irresponsabile, perché è un’opera fondamentale per l’economia del Paese, per la crescita, l’occupazione e lo sviluppo sostenibile”.

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