In Italia non c’è nessuna invasione di migranti, dice Lamorgese

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Agf

Luciana Lamorgese

“Non siamo di fronte ad alcuna invasione”. Con una intervista a la Repubblica il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ex prefetto di Milano, smentisce l’emergenza italiana sul fronte migranti. “Non mi risulta”, aggiunge poi, interrogata dal quotidiano sul fatto che il leader della Lega Matteo Salvini dice invece che l’escalation degli sbarchi in Italia è triplicata e che a confermarlo sarebbero gli stessi dati in possesso del Viminale.

Secondo la titolare del dicastero degli Affari interni, “basti pensare che nel 2019 gli arrivi sono stati circa 9.600 rispetto ai 22 mila di tutto il 2018” taglia corto, mentre i dati “cui si fa riferimento sono relativi al solo mese di settembre”. E che se confrontati con lo stesso mese dell’anno precedente, il 2018, “in effetti l’incremento numerico c’è stato, ma è riconducibile soprattutto all’aumento degli sbarchi autonomi, che non costituisce un fenomeno nuovo”. I cosiddetti sbarchi dai barchini. “Nel 2018 i migranti approdati qui con piccole imbarcazioni – racconta ancora Lamorgese – sono stati circa 6 mila, mentre dall’inizio di quest’anno sono circa 7.500, e la tendenza all’incremento s’era registrata già dal mese di aprile”.

Un fatto importante si è poi verificato con l’ultimo sbarco della Ocean Viking, e “in quest’occasione Francia e Germania hanno offerto la disponibilità ad accogliere il 72 per cento dei migranti”, dando così di fatto già attuazione al pre-accordo di Malta, che, secondo la ministra, “comincia quindi a dare i primi risultati”. Non manca però anche l’attività sul fronte dei rimpatri. Secondo la ministra, infatti, al Viminale “ci siamo attivati per intensificarla, la qual cosa significa che “a ottobre sono sbarcati sul territorio italiano 379 tunisini e siamo riusciti a rimpatriarne 243, di cui 138 sbarcati nello stesso mese. In questo modo la percentuale dei rimpatriati rispetto agli sbarcati è di oltre il 60 per cento”.

Mentre da poco sono state anche accelerate le procedure nelle zone delle frontiere, dove sono state individuate cinque aree di transito, nelle quali “il richiedente asilo viene ascoltato entro sette giorni e la decisione segue nei due giorni successivi”. La procedura, che è stata applicata per la prima volta proprio a Lampedusa, “dove arriva il maggior numero di barchini, riguarda chi ha eluso o tentato di eludere i controlli”, spiega Lamorgese, “e sono per lo più quei migranti rintracciati appena dopo lo sbarco autonomo”. La ministra smentisce invece che l’Italia sia pronta ad accettare voli charter con i cosiddetti “dublinanti dalla Germania”.

Pertanto “è una notizia totalmente destituita di fondamento”, in quanto ci sono state già con il precedente governo “interlocuzioni con il ministro dell’Interno tedesco sull’applicazione del regolamento di Dublino”, che attribuisce al Paese di primo ingresso la competenza a decidere sulla richiesta di asilo e, “quindi, l’obbligo a riaccogliere l’interessato qualora sia stato rintracciato in un altro Paese”.

Un’ultima riflessione della ministra Lamorgese riguarda gli episodi di antisemitismo, come nel caso di Liliana Segre, per i quali presso il ministero “già opera l’Osservatorio contro atti discriminatori” ma la ministra ha anche già chiesto ai suoi uffici “di avviare contatti con i principali gestori dei social — da Facebook a Instagram a Google — affinché si possano studiare insieme delle misure di contrasto senza scampo per chi semina odio, anche tenuto conto che la libertà di espressione negli Stati Uniti, cui appartengono i grandi colossi web, impedisce di perseguire e ideologicamente individuare gli autori”. Del tema se n’è parlato anche tre giorni fa al G6 durante il vertice dei ministri dell’Interno.

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