Inizia una settimana decisiva per l’inchiesta sullo stadio della Roma

inchiesta stadio roma de vito

 Foto: AS Roma youtube

   Il progetto dello Stadio dell’AS Roma

Prima l’udienza davanti al gup Costantino De Robbio, poi l’udienza al tribunale del Riesame: questa settimana rappresenterà un banco di prova fondamentale per testare la tenuta dell’inchiesta della procura su entrambi i filoni di indagine scaturiti dai presunti illeciti nella costruzione del nuovo stadio della Roma che dovrebbe sorgere nell’area di Tor di Valle. Un’indagine che, dopo i clamorosi arresti del 13 giugno 2018, ha registrato un’improvvisa accelerazione dieci giorni fa con altri provvedimenti restrittivi che hanno messo a dura prova la resistenza nervosa dei Cinque Stelle romani e la stabilità dell’intera amministrazione comunale.

Martedì 2 aprile, il giudice De Robbio dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio sollecitata dalla procura nei confronti di quindici persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito. Il processo è stato chiesto dai pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli anzitutto per l’imprenditore della Eurnova Luca Parnasi e cinque suoi stretti collaboratori (Luca Caporilli, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Gianluca Talone e Simone Contasta).

Ma nell’elenco degli imputati figurano anche i nomi di Adriano Palozzi (ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia), Michele Civita (attuale consigliere regionale Pd), il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti, e poi Davide Bordoni, consigliere comunale di Forza Italia, Vanessa Aznar Ababire, amministratrice formale della Pixie Social Media srl, di cui Palozzi era amministratore di fatto, Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, l’ex assessore allo sport del X Municipio, l’architetto Paolo Desideri, e Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibact.

Mercoledì 3, invece, i giudici del Riesame sono chiamati a valutare il ricorso presentato dall’ex presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito, pentastellato della prima ora, e dall’avvocato Camillo Mezzacapo contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per corruzione e traffico di influenze emessa dal gip Maria Paola Tomaselli il 20 marzo scorso. Il collegio della Libertà si dovrà pronunciare anche sull’istanza avanzata dal concessionario d’auto Gianluca Bardelli e dall’architetto Fortunato Pititto, finiti invece agli arresti domiciliari.

Di cosa è accusato De Vito

La procura sostiene che De Vito abbia messo a disposizione la sua funzione e sfruttato la sua rete di conoscenze per agevolare gli interessi di tre distinti gruppi imprenditoriali (l’Eurnova di Luca Parnasi, il gruppo Toti rappresentato dai costruttori Pierluigi e Claudio, e la Holding riconducibile all’immobiliarista Giuseppe Statuto) in cambio di denaro, veicolato anche sotto forma di consulenze e incarichi professionali destinate allo studio legale del suo amico Camillo Mezzacapo e in parte finito nella Mdl, società che legava i due. 

Il contributo di De Vito – è l’ipotesi dei magistrati – si sarebbe realizzato in tre differenti progetti urbanistici, la costruzione del nuovo stadio della Roma, la riqualificazione della zona legata agli ex mercati generali all’Ostiense e la realizzazione di un edificio in piazzale Ippolito Nievo dove c’era la vecchia stazione Trastevere.

A fare da intermediario in queste operazioni illecite sarebbe stato – secondo gli inquirenti – l’avvocato Mezzacapo, che avrebbe a sua volta interagito con De Vito per ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione dei progetti che stavano a cuore degli imprenditori. Il tutto in cambio di circa 400 mila euro (in parte erogati e in parte solo promessi) che tra il 2017 e il 2018 sarebbero finiti all’esponente politico e al suo amico legale.

Entra nel vivo il processo a Lanzalone

Giovedì 4, invece, entra nel vivo, davanti ai giudici dell’ottava sezione penale del tribunale, il processo a carico dell’ex presidente di Acea Luca Lanzalone (arrestato il 13 giugno 2018 assieme ad altri) nella qualità di mediatore nella trattativa del febbraio 2017 tra il Campidoglio e la Eurnova per modificare il progetto dello stadio. Lanzalone, che a differenza degli altri imputati, ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato, saltando così la fase dell’udienza preliminare, è accusato di corruzione e traffico di influenze.

Sul banco degli imputati ci sarà anche Fabio Serini, nella veste di commissario straordinario dell’Ipa, l’ente previdenziale dei dipendenti capitolini. Quanto all’ex presidente De Vito, espulso dal Movimento Cinque Stelle poche ore dopo la notifica della misura cautelare, l’Assemblea capitolina ha approvato, con 24 voti a favore, la supplenza temporanea nel ruolo di consigliere del gruppo M5s, nominando al suo posto Carlo Maria Chiossi, che alle elezioni comunali del 2016 aveva ottenuto 374 preferenze.

Il TUEL prevede la sospensione di diritto in applicazione della misura cautelare in carcere e la temporanea sospensione del consigliere con supplenza, che durerà al massimo 18 mesi e terminera’ automaticamente qualora decadesse la sospensione di De Vito stabilita dal prefetto Paola Basilone. Per la surroga di De Vito alla presidenza dell’Aula invece bisognerà attendere un parere del segretariato in cui verranno specificate le modalità piu’ opportune per la sua sostituzione. I grillini hanno per il momento indicato per quel ruolo Enrico Stefano, attualmente vice in quota maggioranza. 

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it.

Se invece volete rivelare informazioni su questa o altre storie, potete scriverci su Italialeaks, piattaforma progettata per contattare la nostra redazione in modo completamente anonimo.

Post simili: