L’estate in cui Paolo Rossi fece grande l’Italia

AGI – Per tutti era ‘Pablito’, il numero ’20’, l’artefice del trionfo del Mundial de Espana ’82. Era il simbolo del calcio italiano della fine del secolo scorso. Era il giocatore di quell’indimenticata ed amatissima Nazionale, quella di Enzo Bearzot e del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, appassionato e commosso la sera dell’11 luglio del 1982 allo Stadio Santiago Bernabeu di Madrid, campioni del mondo.

Paolo Rossi, 64 anni, è scomparso nel cuore della scorsa notte. A batterlo un male incurabile in un anno che ha visto decine di grandi campioni volare in cielo uccisi dal Covid-19 o complicanze ad esso collegate. In quel Mondiale di 38 anni fa, Rossi era stato “baciato dalla buona sorte” (come lui stesso diceva). Un Mondiale in crescendo quello dell’attaccante della Juventus, un Mondiale con l’Italia che arrivava dal quarto posto di quattro anni prima in Argentina battuta nella finale per il terzo posto dal Brasile.

L’inizio tiepido di Spagna ’82

Per gli azzurri il Mondiale del 1982 non era iniziato nel migliore dei modi. Nel primo turno a Vigo per i ragazzi di Bearzot solo tre pareggi (Polonia, Perù e Camerun) che comunque bastarono per il passaggio del turno. Al secondo turno l’Italia finisce in un girone impossibile, quello di Barcellona. Avversarie? Tutt’altro che abbordabili: da una parte l’Argentina campione del mondo in carica, dall’altra il Brasile delle grandi stelle.

Il 2-0 rifilato all’Argentina

Il 29 giugno l’Italia compie la prima grande impresa battendo 2 a 1 La Albiceleste di Maradona e compagni. Trascinatori di quel successo prima Marco Tardelli e poi Antonio Cabrini prima di lasciare spazio al gol della bandiera del capitano dell’Argentina, Passarella. È il 5 luglio del 1982 il giorno che Paolo Rossi divenne ‘Pablito’, il giorno del suo exploit firmando una meravigliosa tripletta, il giorno che segnò il Mondiale azzurro.

La ‘tragedia del Sarrà’ che costa il mondiale al Brasile

Allo stadio Sarrià – abbattuto a fine anni ’90 per costruire case residenziali – l’Italia sfida il Brasile dei marziani, dei grandi nomi, da Socrate a Zico, da Toninho Cerezo a Falcao. Sotto i colpi di ‘Pablito’ la Selecao conobbe uno dei suoi giorni più neri della sua storia: una sconfitta per 3 a 2 dall’Italia ed eliminazione dal Mondiale.

La stampa carioca quella partita la ribattezzo’, la ‘tragedia del Sarria”. Dopo appena cinque minuti l’Italia è già in vantaggio. Sulla fascia sinistra Antonio Cabrini crossa in area e trova puntualissima l’incornata di Rossi che batte il portiere Valdir Peres. Sette minuti dopo Socrates ristabilisce le distanze. Su un errore nello scambio Leonardo-Cerezo, Rossi ruba il pallone, scappia via e dal limite dell’area fa partite una fucilata imprendibile per Peres. L’Italia è nuovamente in vantaggio. Il Brasile, però, con i suoi fuoriclasse fa paura. Zoff dice ‘no’ due volte a Cerezo. Il pareggio dei sudamericani è firmato Falcao su un ‘impercettibile’ (come ricorda Zoff) deviazione di Giuseppe Bergomi. Gli azzurri, in quel momento eliminati (un pareggio non sarebbe bastato), ci credono. Su calcio d’angolo di Bruno Conti, il pallone tra una serie di rimpalli finisce sui piedi di Tardelli che da fuori area tira e trova il piede di Rossi che spiazza da due passi il portiere avversario. Zoff compie un miracolo su un colpo di testa di Paulo Isidoro e blocca il pallone a pochi centimetri dalla linea di porta. I minuti finali sono al cardiopalma prima dell’esultanza per quella semifinale raggiunta, forse insperata all’inizio del Mundial.

Di nuovo la Polonia

L’8 luglio sempre nella città famosa nel mondo per le opere dell’architetto catalano Antoni Gaudì, ma al Camp Nou, nella semifinale contro la Polonia è ancora ‘Pablito show’. A firmare il successo pe 2 a 0 e’ ancora una volta Rossi che prima segna in mischia e poi raddoppia colpendo di testa su un cross di Bruno Conti. L’Italia vola in finale.

L’ultimo atto, il trionfo

L’atto conclusivo del Mundial ’82 va di scena a Madrid, al Santiago Bernabeu davanti a 90.000 spettatori. L’Italia affronta la Germania Ovest di capitan Karl-Heinz Rummenigge ma anche Littbarski e Stielike. Sulla tribuna d’onore ci sono il Capo dello Stato Pertini, il re Juan Carlos e la consorte, regina Sofia e il cancelliere tedesco Helmut Schmidt. L’arbitro è il brasiliano Coelho. Il magic moment di Paolo Rossi prosegue anche in finale. Tutto accade nel secondo tempo. Il risultato è sullo 0 a 0. Il vantaggio dell’Italia nasce da una punizione. Batte Tardelli, serve sulla fascia destra Gentile che mette al centro con un tiro basso che nella mischia di gambe trova ‘Pablito’ che in tuffo segna di testa un gol imprendibile per il portiere Harald Schumacher. Una rete che accende il motore agli azzurri. Seguirono le prodezze di Tardelli e Altobelli: l’Italia è campione del mondo, Paolo Rossi e’ diventato planetario, un “mito” per tutti noi. 

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