Nel decreto Rilancio 40 milioni per le scuole paritarie

In arrivo un finanziamento di 40 milioni di euro per le scuole paritarie. La norma è stata inserita nel testo del decreto Rilancio messo a punto per la bollinatura della Ragioneria, atteso alla firma del presidente della Repubblica nelle prossime ore. La misura è stato oggetto di un duro confronto nella maggioranza e in mattinata la Cei aveva lamentato “discriminazioni culturali”. 

“Alle scuole primarie e secondarie paritarie, facenti parte del sistema nazionale di istruzione è erogato un contributo complessivo di 40 milioni di euro nell’anno 2020, a titolo di sostegno economico in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle rette o delle compartecipazioni comunque denominate, da parte dei fruitori fino ai sedici anni di età, determinato dalla sospensione dei servizi in presenza a seguito delle misure adottate per contrastare la diffusione del Covid-19”, si legge nel testo.

Un decreto del ministro dell’Istruzione ripartirà le risorse “tra gli uffici scolastici regionali in proporzione al numero degli alunni fino a sedici anni iscritti nelle istituzioni scolastiche paritarie di cui al precedente periodo. Gli uffici scolastici regionali provvedono al successivo riparto in favore delle istituzioni scolastiche paritarie primarie e secondarie in proporzione al numero di alunni fino a sedici anni di età iscritti nell’anno scolastico 2019/2020”.

I 40 milioni di euro sono “briciole”. È categorico padre Francesco Ciccimarra, presidente dell’associazione Gestori istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica (Agidae) “Gli stanziamenti del Governo per gli 866.000 alunni delle scuole paritarie sono davvero briciole” dice, “Questa è un’occasione quasi unica viste le condizione che si sono determinate dopo il coronavirus, di rimettere mano all’impostazione della scuola paritaria come è previsto dalla legge 62/2000. Neppure a farlo apposta, quest’anno ricorre il 20esimo anniversario da quando il ministro Berlinguer davanti al Papa salutò con entusiasmo la nascita della scuola paritaria”.

“Se si legge attentamente il provvedimento del governo, ci rimette è la scuola” dice il presidente dell’associazione che raccoglie le scuole cattoliche, “stavamo, ad esempio, discutendo anche a livello sindacale di come gestire questo periodo con la questione dell’integrazione salariale o la cassa integrazione in deroga. Ebbene: lo schema di decreto che sta per essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale prevede lo sdoppiamento delle 9 settimane in due periodi; 5 settimane adesso, a maggio, e poi si riprende a settembre. Alla fine di maggio e ai primi di giugno noi dovremmo retribuire tutto il personale dipendente docente e non docente a prescindere dagli ammortizzatori sociali, che pure paghiamo regolarmente. Ma un altro problema è la difficoltà delle famiglie a pagare in questo momento le rette scolastiche, con ricadute sui pagamenti dei lavoratori. Il terzo problema è che le paritarie hanno a sistema circa 14.000 alunni con disabilità di varia natura: mi domando se nel tempo in cui viviamo sia legittimo discriminare questi ragazzi nei confronti dei loro coetanei della scuola statale dato che nulla o quasi nulla si prevede per loro a livello di docente di sostegno”.

“Noi non chiediamo soldi” aggiunge Ciccimarra, “la scuola non chiede soldi direttamente, chiede, per esempio, che alle famiglie venga riconosciuta la possibilità di detrarre le spese, ovviamente in funzione del reddito minimo. Domenica è stata la festa di San Giovanni Paolo II che quando presenziò alla prima assemblea nazionale della scuola cattolica e disse: “il problema più importante di attualità è quello del riconoscimento della parità giuridica ed economica alle scuole paritarie”. Non potevamo attenderci una coincidenza migliore”.

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