Oms: “Mascherine a partire dai 12 anni quando non c’è il distanziamento”

AGI – I bambini di età pari o superiore a 12 anni dovrebbero indossare la mascherina nelle stesse condizioni degli adulti per combattere la pandemia di Covid-19. È quanto risulta dalle raccomandazioni dell’Oms pubblicato oggi. Nel documento, l’Organizzazione mondiale della sanità “raccomanda che i bambini dai 12 anni in su indossino mascherine nelle stesse condizioni degli adulti, soprattutto quando non possono garantire una distanza di almeno un metro da altri e se la trasmissione è generalizzata nella zona interessata”. I bambini di 6 anni, ad esempio, non dovrebbero portarla.

“Nessun Paese può cavarsela fino a quando non avremo un vaccino contro il Covid-19. Sarà uno strumento vitale e speriamo di averne uno il prima possibile. Ma non c’e’ alcuna garanzia che avremo un vaccino e anche se lo dovessimo avere, non porrà fine da solo alla pandemia” di Covid-19. Lo ha dichiarato in una conferenza stampa il direttore generale dell’Organizzazione mondiale per la Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus.

L’auspicio del direttore generale è di “fermare la pandemia in due anni“. “Nella nostra situazione attuale con più tecnologia, ovviamente con più connettività, il virus ha maggiori possibilità di diffondersi, puo’ muoversi velocemente. Ma allo stesso tempo abbiamo la tecnologia e le conoscenze per fermarlo”.

Le parole del ministro Speranza

Intanto nella giornata di oggi ha parlato anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite del Meeting di Rimini. “Siamo in una fase difficile per i mesi che abbiamo trascorso e anche perché dobbiamo monitorare con grande attenzione ciò che avviene in queste ore perché lo ribadisco: guai a pensare che la partita sia vinta. Abbiamo fatto un pezzo di strada fondamentale ma la partita non è vinta”.

“Io lo dicevo già a giugno e a luglio, quando i numeri sembravano assottigliarsi sempre di più- ha proseguito – io credo che siamo fuori dalla tempesta, ma non siamo ancora in porto sicuro, non dobbiamo assolutamente abbassare la soglia dell’attenzione. Nei Paesi vicini ci sono numeri di nuovo altissimi. Serve ancora grande attenzione”.

Per poi ricordare come “in questi mesi ho tenuto un atteggiamento sempre di grande equilibrio, di rapporto positivo con tutte le regioni, ho cercato di dire a tutti che di fronte a un’emergenza il paese si unisce, non si divide. Di fronte a un emergenza le divisioni, i punti di vista che anche legittimamente possono esserci, devono essere naturalmente messi da parte. Bisogna lavorare insieme. Dividersi di fronte a persone che perdono la vita, credo sia un errore che non possiamo commettere“. 

Infine, un monito. “Ripeto, la battaglia non è vinta. I numeri del futuro non sono già scritti, dipendono dal comportamento di ciascuno di noi”. Il Ministro parla soprattutto alle nuove generazioni: “In questi giorni – ha esortato – dobbiamo recuperare lo spirito di sfida nella battaglia contro il Covid e dobbiamo farlo perché serve fortemente. Io faccio un appello particolare ai più giovani – ha proseguito – il dato che mi ha colpito di più nel report di ieri è che la media dell’età dei contagiati è scesa a 30 anni. Molti hanno il Covid senza sintomi o con sintomi deboli, ma se si continua cosi’ presto il contagio entrerà nelle famiglie, arriverà ai loro genitori e ai loro nonni. Questo rischia di metterci davvero in difficoltà” ha sottolineato. Quindi, ha concluso estendendo l’appello “a tutti perché abbiamo una sfida che dobbiamo vincere, quella di gestire il Covid in questo autunno”.

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