Sui migranti è guerra tra Roma e Palermo. Musumeci diffida i prefetti

AGI – Si alza il livello dello scontro tra Roma e Palermo. Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha inviato una nota di diffida alle “autorità competenti”, cioè ai nove prefetti siciliani, per l’esecuzione della propria ordinanza emanata lo scorso 22 agosto che prevede la chiusura degli hotspot e dei centri per i migranti. Nel documento, il governatore richiede, tra le altre misure, di illustrare il crono-programma del progressivo svuotamento degli hotspot “per le gravi ragioni di promiscuità e assembramento in cui sono costretti gli ospiti”.

Qualora ciò non fosse stato già predisposto (come avvenuto per il trasferimento dei migranti risultati positivi al Coronavirus, contagiatisi tra loro, nella struttura di Pozzallo), “nella piena vigenza della ordinanza”, il governatore ha chiesto di dare “rapida esecuzione al provvedimento”, tenuto conto “dell’enorme numero di migranti attualmente presenti senza alcun distanziamento e pregiudizio della loro salute, nell’hotspot di Lampedusa”.

Prova a tenere i toni bassi il ministro agli Affari Regionali, Francesco Boccia: “Serve la sicurezza sanitaria non il filo spinato. A tutti, compresi i governatori, chiedo di non mescolare il tema migranti con la sicurezza sanitaria. La competenza esclusiva sui migranti è del ministro dell’Interno”.

Non la pensa così Musumeci, che intende far valere la sua ordinanza. “Il governo centrale, che ha avuto notificato il provvedimento – accusa – non ha ritenuto di dover dare disposizioni alle forze dell’ordine e alle prefetture per poter sgombrare i centri d’accoglienza in Sicilia, ma al tempo stesso entro le 48 ore non ha provveduto a impugnare l’ordinanza. Il che significa che ci troviamo davanti ad una palese omissione, perché le precedenti due ordinanze le prefetture le avevano regolarmente osservate”.

E conferma la volontà di “tutelare il diritto alla salute “ricorrendo alla magistratura. Noi non ci occupiamo di migranti, è una competenza del governo centrale e siamo d’accordo, ma io sono l’autorità sanitaria in Sicilia e sono soggetto attuatore dell’emergenza Covid. Ho il dovere di prendere atto che i luoghi dello Stato in cui il governo centrale ammassa centinaia di esseri umani sono al di fuori di ogni norma anti Covid.

Poi Musumeci esulta: “Si è iniziato a svuotare l’hotspot di Pozzallo, dove è stato inviato il nostro team per esaminare l’idoneità dei locali. I ricorsi notificati a mezzo stampa non producono effetti. Ma alzare la voce, a tutela della salute pubblica, evidentemente sì. Vedremo se in qualche giorno si ristabilirà la legalità”. Di sicuro sono stati trasferiti i 62 positivi al coronavirus.

“Occorrono subito correttivi e misure utili a migliorare le condizioni critiche di sovraffollamento e quelle di vivibilità all’interno degli hotspot dell’Isola“: è la conclusione al termine del primo sopralluogo compiuto dalla task force regionale. Un altro sopralluogo in un’altra struttura in provincia di Ragusa, mentre un terzo è previsto nell’hotspot di Lampedusa dove a fronte di 192 posti ci sono più di mille ospiti.

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© Armando Dadi / AGF 

Davide Faraone

E il presidente dei senatori di Italia viva, Davide Faraone, ha denunciato il leader della Lega, Matteo Salvini, e Musumeci, per procurato allarme, abuso d’ufficio e diffamazione: “Ho presentato un esposto alla procura di Agrigento per difendere la Sicilia dagli sciacalli. Perché l’ordinanza del presidente della regione siciliana e le parole del segretario della Lega nuocciono gravemente all’economia della Sicilia e alle tasche dei siciliani. Alla fonte primaria della ricchezza dell’Isola: il turismo”.

Presentare la Sicilia come “un lazzaretto”, aggiunge, come “il campo profughi d’Europa, affermare che ‘i migranti passeggiano tra i turisti che poi portano il Covid nelle loro regioni’ e scrivere un’ordinanza farlocca e disumana, non solo va contro i principi di accoglienza e di solidarietà, ma mette in ginocchio un pezzo importante del Pil della Sicilia”.  

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