Swann Ritossa, il Freestyler italiano a Qatar 2022

AGI – “Eravamo i freestyler ufficiali della manifestazione, gli unici italiani ai mondiali, il mondo arabo ci ama”. Archiviato il capitolo mondiali, vogliamo ricordare quella che è stata la rappresentanza italiana in Qatar nel corso di tutto l’evento: Swann Ritossa, uno tra i migliori freestyler al mondo, e la sua Fast Foot Crew di cui è founder, sono stati protagonisti dell’intrattenimento di Qatar 2022 durante le ricche e intense giornate tra le 64 partite disputate. “Eravamo i freestyler ufficiali della manifestazione, con varie performance inserite nel palinsesto dei mondiali” racconta all’AGI l’atleta di Torino.

“Qatar Airways, sponsor istituzionale dell’evento, ci ha permesso di vivere i mondiali con benefits ed experience uniche, potevamo entrare in tutti gli stadi in qualsiasi partita ed è stata un’emozione incredibile. Eravamo riconoscibili da tutti come gli unici italiani ai mondiali. Era importante per noi che ci fosse anche l’Italia in Qatar, a coinvolgere tutta l’audience al FIFA FAN FESTIVAL, dove arrivavano circa 60 mila spettatori a vedere le partite e per vivere l’intrattenimento tutto gratuito in attesa delle partite”.

Diversi artisti internazionali hanno preso parte alla ricca programmazione prevista: “Ci siamo esibiti al press show con Maluma, Sean Paul e tanti altri” racconta Swann, “purtroppo non sono riuscito a mettere nessuno di loro alla prova per coinvolgerli in qualche mia performance” aggiunge scherzando. “Ma mi sono divertito molto con il calore della gente – prosegue – tutti molto felici della mia ‘italianità’. Ho percepito tanto amore per l’Italia da parte del mondo arabo. A loro piace dimostrarsi ospitali ai nostri occhi e a dare una buona immagine di se, ci tengono molto al nostro parere”.

Il tik toker e youtuber con più di 1 milione di follower, racconta di un episodio avvenuto in un negozio di Doha che dimostra l’affetto e la benevolenza per il popolo italiano: “Volevo acquistare un abito arabo molto costoso per realizzare dei video – spiega – in cassa ho scoperto che me l’aveva gentilmente regalato un saudita. Un gesto che ho apprezzato molto, che qui in Italia è difficile che accada”.

Tanti italiani accorsi a curiosare o a respirare l’aria di questo secondo mondiale di fila mancato? “No, di italiani non ce n’erano – aggiunge Svann Ritossa – ho visto solo una ragazza durante la finale, che aveva il fidanzato argentino e sugli spalti indossava la maglia della nazionale italiana. Gli unici italiani che ho visto erano le legend o ex calciatori invitati per la finale, come Totti ad esempio“.

E poi, prosegue, “Quello che mi chiedevano più spesso era come fosse possibile che l’Italia non fosse in gara dopo aver vinto gli Europei. L’unica risposta che mi sentivo di dare per giustificare questa assenza, era paragonare la sconfitta dell’Argentina contro l’Arabia Saudita del primo turno, per sottolineare quanto nel calcio una partita secca con un avversario apparentemente abbordabile possa essere decisiva. L’Argentina però poi ha avuto modo di rifarsi, l’Italia no..”.

Qatar 2022 è stato anche il mondiale delle polemiche, su temi non legati strettamente al calcio: “Io non ho mai visto scene di protesta importanti – sottolinea – se non qualche blocco della polizia nei confronti dei tifosi iraniani in protesta contro il proprio regime, che erano tantissimi. Quanto a me, una volta ho dovuto attendere circa 20 min prima che mi venisse approvata la possibilità di indossare una giacca con stampata la parola ‘freedom’.”

Le tifoserie più calde? “Gli iraniani per i tifosi, specialmente in vista di Iran – Inghilterra. I sauditi i più divertenti e ironici. I marocchini quelli più coinvolti, dato che Il Marocco poi si è ritrovato tutto il tifo arabo a favore. Con loro infatti ho girato i due video che sono poi diventati virali con milioni di views”. Insolito, per Swann Ritossa, è stato “vedere tifosi di alcune nazionali non provenire realmente da quei paesi. Erano dei supporter del mondo arabo o sud est asiatico che tifavano altre nazioni. è stato piuttosto strano, era come se le squadre fossero delle squadre di club”.

La partita più “sentita”, senza ombra di dubbio è stata “Argentina – Messico. I messicani erano tantissimi, si sentivano più loro di quelli di Argentina o Brasile.In finale invece si percepiva solo tifo argentino, era come se giocassero in casa, i francesi erano in pochissimi. Il tifo internazionale era solo per Messi.” E comunque, conclude pensando al Mondiale in generale, “C’era una bella energia, il mondo arabo ha vissuto questo grande evento come un grande orgoglio. L’organizzazione era molto efficiente, anche trasporti, la metro e spostamenti erano tutti gratuiti per chi aveva accesso allo stadio e ai turisti, Uber estremamente economico.

Le giornate erano intense, un meteo fantastico anche se negli stadi c’era climatizzatore e si gelava. Le strutture all’avanguardia e ben pensate, ogni stadio con il proprio generatore di energia per far si che tutto fosse alimentato correttamente”. Però, “troppa rigidità nelle regole, non transigono su nulla e non c’è alcun tipo di flessibilità o margini trattativa. Ad esempio, c’era la regola per cui era vietato portare fuori dallo stadio il pallone ufficiale, ma a noi serviva per lavoro e ci conoscevano tutti. Dovevamo comunque aspettare l’ok del responsabile. Non siamo abituati a tutto questo, In Italia tutto è sindacabile. Diciamo che una via di mezzo – ha concluso – talvolta sarebbe forse stata più opportuna”. 

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