Vaccinazioni in ordine sparso nelle Regioni

AGI  Alcune accelerano e annunciano la completa immunizzazione degli over 80 entro aprile, altre arrancano con basse percentuali di dosi somministrate, in altre, come la Lombardia, si registrano gravi problemi di comunicazione. La campagna di vaccinazione nelle Regioni italiane procede a diverse velocità, tra alti e bassi. In tutte, però, si registra una insufficienza delle dosi e si attende un’accelerata da parte del governo centrale. L’AGI ha sentito presidenti e assessori alla Sanità per avere un quadro di quello che succede nei vari territori.
 

Lombardia

In Lombardia la campagna di vaccinazione procede, anche se con qualche disservizio sulle prenotazioni e molte polemiche. Per questo il governatore Attilio Fontana ha chiesto le dimissioni del cda di Aria SpA, l’azienda regionale che gestisce le prenotazioni sui vaccini. Se non arriverà il passo indietro dei vertici, Fontana procederà all’azzeramento e affiderà la guida della società al direttore generale Lorenzo Gubian. A breve inoltre, secondo quanto annunciato dallo stesso leader leghista Matteo Salvini, ad Aria subentrerà Poste. In totale in Lombardia sono state somministrate 1.231.413 dosi su 1.572.370 consegnate (il 78,3% contro una media nazionale dell’81,9%): 486.603 ad operatori sanitari e socio-sanitari, 216.543 personale non sanitario, 103.308 ospiti strutture Residenziali, 322.568 over 80, 29.891 forze armate e 72.500 personale scolastico. Tuttavia, a tenere banco in Lombardia, è soprattutto il malfunzionamento delle prenotazioni gestite da Aria. Il primo a lamentarsi pubblicamente del servizio era stato il consulente della Regione per la campagna vaccinale, Guido Bertolaso, con un post su Facebook l’11 marzo scorso. La situazione è critica, nel weekend, in particolare a Cremona, Como e Monza. “L’inadeguatezza di Aria Lombardia – si sfoga il 20 marzo la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, in un tweet – incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per vaccinare. Le opposizioni sono partite all’attacco e hanno puntato l’indice contro la Regione, considerandola la vera responsabile del caos. Le minoranze hanno chiesto una seduta urgente del Consiglio regionale.

Piemonte

Il Piemonte procede nella campagna di vaccinazione contro il Covid. Il totale delle dosi somministrate è pari a 651.535 unità (delle quali 213.733 come seconda), corrispondenti all’85% delle 766.330 finora disponibili. Intanto, continuano le somministrazioni agli anziani over 80. Sono 337mila le adesioni per questa categoria. Più di 295mila sono già stati vaccinati, di cui 20mila nelle Rsa. Tutti gli over 80 che non sono ancora stati contattati riceveranno un messaggio con data, ora e luogo della vaccinazione, ad eccezione delle persone non trasportabili che saranno contattate direttamente dalla propria Asl. “Entro il 15 aprile – spiega il presidente della Regione Alberto Cirio – finiremo la somministrazione della prima dose a tutti gli over 80, ad eccezione dei non trasportabili”. Per quanto riguarda le preadesioni della fascia 70-79 anni attraverso il portale www.ilPiemontetivaccina.it sono state in tutto 155.260. Invece 85.220 le richieste di vaccinazione per persone estremamente vulnerabili e disabili gravi e 20.119 per conviventi e caregiver espresse tramite i medici di famiglia. 

Liguria

“In Liguria il 15,3% degli over 80 è già immunizzato, avendo ricevuto entrambe le dosi di vaccino. Stiamo lavorando senza sosta per mettere in sicurezza questa fascia, a cui abbiamo destinato il 90% delle dosi freeze e i risultati si vedono: da inizio campagna l’incidenza sui nostri anziani è dimezzata, con il conseguente calo della mortalità”. Così il governatore ligure e assessore alla Sanità Giovanni Toti, in merito alla campagna vaccinazione anticovid nella regione. “Nei prossimi giorni daremo il via anche alle vaccinazioni degli under 80: da stasera alle 23 la fascia 75-79 potrà prenotarsi online, domani con tutte le altre modalità (farmacie, sportelli Asl, Cup) e dal 25 marzo inizieranno le prime somministrazioni. 
Le Regioni – sottolinea Toti – stanno facendo uno sforzo straordinario, riorganizzandosi al meglio nonostante i continui cambi in corsa. Ma se vogliamo davvero accelerare abbiamo bisogno di una programmazione seria, non possiamo permetterci di essere approssimativi”. A rallentare – e recentemente proprio a frenare – la campagna di vaccinazione delle altre categorie in Liguria è stato il taglio e la sospensione per alcuni giorni delle dosi Astrazeneca. L’ultima comunicazione arrivata a Regione Liguria risale a sabato ed è tutto fuorché una buona notizia: il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo ha annunciato a Toti il taglio di 63mila dosi Astrazenca per il mese di aprile. 

Veneto

“Abbiamo fatto una riunione lunga con tutti i direttori generali, stiamo spingendo sul fonte dei vaccini per chiudere entro la prima settimana di aprile tutti gli over 80. Ne rimangono da vaccinare 255mila mentre quelli già vaccinati sono 151mila”. Lo ha comunicato il presidente del Veneto Luca Zaia. “Tra gli insegnanti abbiamo molto abbandono e rinforzeremo ancora di più le liste d’attesa ma noi dobbiamo andare avanti con le vaccinazioni – ha proseguito – il nostro target è  over 65 maschi e over 75 donne. Una volta fatto questo si risolverebbe gran parte del problema delle terapie intensive e dei ricoveri”.  In Veneto nei magazzini ci sono 16mila dosi Pfizer, 12 mila Moderna e 92mila AstraZeneca (delle quali 23mila non utilizzabili perché bloccate dai sequestri). “Non è che ne abbiamo tantissimi in magazzino – ha spiegato Zaia -, questa settimana ci sono 131mila vaccini in arrivo ma c’è da dire che quelli di Moderna non sono confermati quindi dobbiamo spingere tantissimo su AstraZeneca, tanto che non stiamo accantonando per la seconda dose per andare veloci”. 

Emilia Romagna

L’Emilia Romagna ha somministrato l’85% delle dosi di vaccino anti-Covid consegnate. Con le nuove forniture in arrivo, l’obiettivo è inoculare 20 mila dosi giornaliere. E si accelera sui vaccini per gli over 80 puntando ad immunizzare l’intero ‘target’  in poco più di 30 giorni. “Entro la fine di aprile confido che avremo terminato tutta la popolazione ultraottantenne con la seconda dose”, annuncia il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Intanto il piano vaccinale procede spedito. “Poche le rinunce” tra chi si era prenotato con AstraZeneca, precisa il governatore. Con un numero adeguato di dosi, la macchina corre: il concetto espresso più volte dal numero uno della giunta emiliano-romagnola. “Siamo tra le Regioni che hanno il più alto numero di vaccinati rispetto alla popolazione”, rivendica aggiungendo che “insieme al Lazio siamo,  tra le grandi regioni, quella che ha vaccinato il più alto numero di ultraottantenni”. Dunque i ritardi non sono dipesi dalla capacità organizzativa ma dei tagli delle forniture: il messaggio ribadito da Bonaccini che ha definito “vergognoso e irresponsabile” il comportamento dei mesi scorsi delle multinazionali che producono il vaccino invitandole, ora, a “mantenere” gli impegni presi nelle consegne.  

Toscana

Più dosi a disposizione, turni di somministrazione anche nel fine settimana, ampliamento delle strutture, Asl e Protezione civile in campo per alzare il ritmo di somministrazione. Queste le cinque mosse della Regione Toscana per imprimere un cambio di passo alla campagna vaccinale e recuperare il ritardo accumulato con gli ultraottantenni e i pazienti estremamente fragili. Se l’immunizzazione del personale sanitario, infatti, è a un passo del traguardo e la vaccinazione con AstraZeneca negli hub regionali scorre veloce, sono le categorie più a rischio a ‘rallentare’ il ruolino di marcia della Toscana che fino a qualche settimana fa era tra le Regioni con maggiori somministrazioni prima di perdere progressivamente posizioni. L’obiettivo è accelerare e recuperare il gap prima di innescare rallentamenti a catena. “La nostra è una corsa contro il tempo”, spiega il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani- “In due settimane vaccineremo 120.000 over-80 per completare la somministrazione della prima dose a tutti i 320.000 entro il 25 aprile, e immunizzarli, tutti, entro la metà di maggio”. La nuova road map disegnata dalla Regione si atterrà a due criteri, età e patologia, e prevede di somministrare questa settimana 50.000 dosi Pfizer agli ultraottantenni e 20.000 dosi Moderna alle persone con patologie gravi o disabilità, così da metterle a sicurezza. La Regione è nel pieno della terza ondata di contagi, i posti letti occupati sono arrivati al 40% e di metà del territorio toscano è in zona rossa.

Friuli Venezia Giulia

“Prosegue spedita la campagna vaccinale in Friuli Venezia Giulia. Sono 40 mila gli anziani nella fascia d’età 80-89 anni che hanno già ricevuto almeno la prima inoculazione”. Lo scrive, sul proprio profilo Facebook, il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. Si tratta di “una percentuale al di sopra della media nazionale” ha evidenziato il governatore. Il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, dal canto suo, assicura: “Dopo aver impostato questo piano vaccinale massivo sulla popolazione over 80, che deve proseguire con accelerazione soprattutto nei confronti delle persone che necessitano di vaccinazione a domicilio, adesso avvieremo la seconda priorità fissata dal piano nazionale, ovvero le persone vulnerabili. Dobbiamo capire le dimensioni dell’adesione alle vaccinazioni, ma contiamo di partire anche con la fascia dai 75 ai 79 anni, priva di patologie sconsigliate per Astrazeneca. L’obiettivo – ha precisato – è di vaccinare l’80% degli ultraottantenni della regione entro aprile. 

Marche

Procede “come da programma” la somministrazione dei richiami Pfizer-Biontech e Moderna agli over 80, che hanno ricevuto la prima dose tra il 20 febbraio e il 12 marzo scorso ed è ripartita anche la somministrazione degli AstraZeneca: “Lo stock è di ventimila dosi – ha spiegato l’assessore della Sanità Filippo Saltamartini – che serviranno per andare avanti fino alla fine del mese e per i richiami”. In via prioritaria saranno destinate agli insegnanti e al personale Ata, alle forze dell’ordine e ai volontari della protezione civile. Il siero anglo-svedese è utilizzato anche per gli over 80, categoria nella quale, dopo il blocco prudenziale a livello europeo, si sono registrate alcune defezioni, “variabile tra il 6% dell’Anconetano fino al 10-12% nel sud della regione”. 

Umbria

Al via in Umbria le prenotazioni per il vaccino anti Covid-19 per i cittadini nati nel 1941, compresi coloro che non hanno ancora compiuto gli 80 anni di età, mentre per gli ottantenni che hanno già fissato un appuntamento per il mese di maggio, c’è la possibilità di anticipare la prenotazione ad aprile, al fine di terminare prima del previsto l’immunizzazione di questa categoria. Procede così la campagna vaccinale nel ‘cuore verde’, dove attualmente le somministrazioni in corso riguardano gli over 80, gli operatori sanitari, il personale scolastico, gli operatori non sanitari e volontari di strutture sanitarie, gli studenti dell’area sanitaria, le forze dell’ordine e i detenuti. Stando ai dati aggiornati alle 14 del 22 marzo sul portale della Presidenza del Consiglio, le dosi somministrate in Umbria sono 108.787 (delle quali 31.597 agli over 80, che in totale sono oltre 80mila): l’80,3% di quelle consegnate (135.435). Dal 1 aprile partiranno le prenotazioni anche per altre categorie.  “Siamo in grado di effettuare 3.500 vaccinazioni al giorno – afferma l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto – stiamo implementando i punti vaccinali per dare risposta importante”. La Regione continua a lamentare la carenza di dosi, specialmente di Pfizer e Moderna, destinati alle categorie più fragili, cioè le prime da immunizzare. 

Abruzzo

“I vaccini che stiamo somministrando sono sicuri, devono essere utilizzati per superare questa pandemia per raggiungere l’immunità di gregge. L’obiettivo è arrivarci non più tardi di settembre. Se improvvisamente arrivassero dosi massicce di vaccini saremmo in grado di anticipare di gran lunga questa data”. Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “Lo dico – prosegue il governatore – senza presunzione, credo non sia l’organizzazione il problema principale: abbiamo già un centinaio di punti attivi sul territorio, abbiamo un accordo sottoscritto con i medici di medicina generale che potrebbero fare decine di migliaia di vaccini ogni settimana, oltre a quelli somministrati nelle nostre strutture, e ora la platea di coloro che potranno vaccinare si sta estendendo ad altre categorie professionale fino ad arrivare ai farmacisti. L’Abruzzo è tra le primissime regioni in Italia per capacità di vaccinazione rispetto alle dosi ottenute. Credo che i numeri parlino da soli e spengano ogni tipo di polemica”, evidenzia Marsilio. “La difficoltà di approvvigionamento continua a caratterizzare questa campagna”, afferma il presidente abruzzese ricordando “l’incidente di percorso” che ha interessato AstraZeneca. 

Campania

Una capacità più che buona di somministrare le dosi di vaccino, anche non in maniera omogenea in tutta la regione. Una card che attesta la vaccinazione, interattiva. Un gap di vaccini che intende colmare. La Campania vanta l’82,38% di dosi somministrate rispetto a quelle consegnate, ma ci sono anche province come Avellino e Benevento che finora hanno vaccinato poco, utilizzando soltanto il 6,93%, la prima e il 5,52% la seconda del siero ricevuto. I dati sulla piattaforma on line della Regione riferiscono di 425.651 prenotazioni, nelle categorie ammesse, che comprendono anche i fragili e i volontari della protezione civile, e 635.388 vaccini effettuati, assommando anche il personale sanitario della primissima fase a dicembre. Sono soprattutto le donne a richiedere il vaccino. Finora sono 259.540, rispetto ai 156.111 uomini. E appartengono soprattutto al personale scolastico (117.809) contro i 38.527 colleghi uomini. Anche tra gli over 80, le donne sono 137.594, contro i 93.661 uomini. Rapporto che si capovolge tra le forze dell’ordine: gli uomini sono 23.295, le donne 2.922. A raccogliere il maggior numero di richieste di vaccino sono soprattutto le 3 Asl di Napoli, con oltre 194mila domande, e Salerno con 87.460. La fascia di età che registra il maggior numero di vaccinati è quella degli over 80, con 193.226 persone che hanno ricevuto almeno la prima dose. Numeri che secondo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, potrebbero migliorare sensibilmente se si avesse un maggiore approvvigionamento: “Ho scritto al commissario Francesco Paolo Figliuolo – ha detto – e sto lavorando per approvvigionare la Campania di altri vaccini oltre a quelli del governo. Abbiamo già distribuito 120mila tessere ai cittadini che hanno fatto la vaccinazione completa”.

Puglia

Mezzo milione di dosi somministrate a fronte di 581.545 ricevute: la Puglia va veloce nella campagna vaccinale ma si scontra con numeri ancora non soddisfacenti di dosi in arrivo. La speranza è che i rifornimenti crescano nelle prossime settimane e per questo è stato messo a punto un serrato calendario di vaccinazioni e allestito un nuovo grande hub nella Fiera del Levante a Bari. Finora è stato vaccinato quasi tutto il personale sanitario (compreso operatori e ospiti delle Rsa, amministrativi delle aziende sanitarie e delle ditte a servizio della sanità), attualmente sono in corso le campagne per over80, forze dell’ordine e mondo della scuola. Polemiche sono sorte a causa dell’esclusione del comparto giustizia – avvocati, magistrati e personale dei tribunali – dalle categorie prioritarie ma la Regione Puglia sta ora seguendo le nuove disposizioni del Governo, che prevedono le fasce d’età. Dal 29 marzo inizierà la vaccinazione dei ‘fragili’, dai 16 anni in su in ordine di anzianità; dal 12 aprile le persone tra i 70 e i 79 anni; dal 26 aprile quelle dai 60 ai 69; dal 3 maggio quelle con meno di 60 anni con patologie. “Serve ristabilire la fiducia dei cittadini” ha detto l’assessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco, dopo che in Puglia è ripartita la somministrazione del vaccino Astrazeneca. Intanto dal Policlinico di Bari arriva uno studio che dimostra come il vaccino sia efficace non solo nei confronti della malattia, ma anche contro l’infezione: “La protezione fornita dal vaccino si stima intorno al 62% nel periodo compreso tra il giorno 14 e il giorno 20 dopo la prima dose e sale all’87,9% tra il 21esimo e il 27esimo giorno dopo la prima dose. A 7 giorni dalla seconda dose, l’efficacia arriva al 96%”. 

Calabria

“La campagna vaccinale sta andando un po’ a rilento in tutto il Paese, anche a causa di fatti ultronei come il blocco dell’Astrazeneca e poi per un problema di rifornimento e anche per delle normali disfunzioni, perché la vaccinazione di massa è un fatto nuovo per tutto il Paese”. Lo ha detto il commissario ad acta della sanità calabrese, Guido Longo, parlando con i giornalisti a margine degli Stati generali sull’emergenza Covid 19 convocati nella sede della Regione a Catanzaro. “Noi – ha poi detto Longo riferendosi alla piattaforma adottata per le prenotazioni – siamo entrati con Poste italiane: diciamo che abbiamo fatto bene perché siamo riusciti, dopo molto lavoro, a organizzarci come prenotazione e tutto. Non è stato facile, ci sono stati problemi ma ci siamo riusciti ampiamente. Sulla distribuzione – ha quindi rilevato il commissario – abbiamo avuto ampie assicurazioni e rassicurazioni circa la fornitura di Pfizer, Moderna e Astrazeneca: arriveranno in quantità sufficienti in base alla popolazione”. 

Sicilia

Procede a tappe forzate e senza grossi intoppi, che non siano quelli legati alla effettiva dotazione di vaccini, la campagna in Sicilia. Anche il ‘caso AstraZeneca’, affermano dalla Regione, è stato ben assorbito. Gli ultimi dati ufficiali del report nazionale, rendono ragione di 622.820 dosi somministrate nell’Isola sulle 754.025 consegnate, pari a quasi l’83%. “La Sicilia ha oggi numeri che ci pongono in testa tra le regioni italiane per le vaccinazioni anti-Covid”, afferma il governatore Nello Musumeci, che aggiunge: “Se arrivassero, come sembra debbano arrivare i primi di aprile, le quantità di dosi che abbiamo chiesto e che ci sono state promesse, io sono convinto che entro il mese di settembre potremmo immunizzare la stragrande maggioranza di siciliani”. La Sicilia, sottolinea l’assessore alla Salute, Ruggero Razza, “è tra le regioni d’Italia che di più ha fatto sull’utilizzo dei vaccini di AstraZeneca nei confronti del quale c’è stata, c’è e per certi aspetti continua ad esserci una qualche preoccupazione da parte di tanti cittadini. La nostra iniziativa è servita per recuperare un gap inevitabile – che anche le altre Regioni hanno subito – di chi ha rinunciato alla programmazione. Se la metà dei siciliani prenotati non sono andati, c’è stata un’ulteriore ed eguale quantità di siciliani in target che invece ha fatto vincere la voglia di vaccinarsi”. 

Sardegna

La Sardegna è all’ultimo posto in Italia per dosi di vaccino somministrate secondo la più recente rilevazione del ministero della Sanità. “Siamo al 69,9% e quindi perfettamente in media rispetto a quello che ci chiede il governo”, spiega all’AGI l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, “e cioè di mantenere un 30% di scorta per l’inoculazione corretta della seconde dosi”. L’esponente della giunta rivendica il comportamento corretto della Sardegna. “Siamo gli unici che fanno questo”, afferma e sottolinea come non si tratti di “una gara tra regioni”. Nieddu avverte, peraltro, che “se ci dovesse essere la necessità di andare in soccorso con le nostre dosi alle regioni che non hanno rispettato le indicazioni del governo, la Sardegna non è disponibile”.  “Vorrei ricordare”, prosegue l’assessore, “che la Gran Bretagna ad aprile sospenderà l’inoculazione delle prime dosi perché non ci sono le condizioni per continuare la campagna vaccinale come programmato. Inoltre Astrazeneca ha comunicato che consegnerà solo la metà dei 20 milioni di dosi previste per il secondo trimestre. In questa situazione – ribadisce – è il caso di mantenere la scorta del 30%”.

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