Viaggio nelle città sostenibili. Asti vuole tornare a competere e investire

Asti qualita vita

Vincenzo Lombardo / Robert Harding Premium / robertharding

 Il Comune e la Collegiata di Asti

Cultura, tradizione e territorio è il mix che può sostenere Asti nella sua marcia verso la piena sostenibilità. A patto però che la città riscopra dentro di se la propria voglia di competere, di intraprendere e di investire sul proprio futuro.

Per il Sindaco, Maurizio Rasero, Asti, ha tutti gli elementi per poter raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. In primo luogo un territorio – le Langhe – tra i più belli d’Italia riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.

Tradizione e fama

Poi c’è la tradizione di una città famosa nel mondo, oltre che per i suoi vini e i suoi vigneti, anche per l’abilità dei suoi mercanti, per la sua propensione al risparmio, per la sua capacità di fare impresa.

Infine c’è la cultura, che  da sola, nelle ultime settimane ha portato in città 40 mila persone arrivate a vedere la mostra del pittore francese Marc Chagall.

“Asti ha una storia antica e piena di successo, bisogna che gli astigiani tornino a ritrovare fiducia nel loro potenziale” spiega il sindaco del capoluogo Piemontese, Maurizio Rasero. La sfida non è però tra le più semplici, soprattutto perché la città, e tutto il territorio sta subendo una profonda trasformazione. “Dall’inizio del mio mandato – racconta Rasero – ho incontrato almeno 1800 concittadini e per la stragrande maggioranza di loro il problema prevalente è quello del lavoro”.

Cosa dicono i dati di FEEM

Un dato questo che si riflette anche in quelli raccolti dai ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e pubblicati nel rapporto “Per un’Italia sostenibile: l’SDSN Italia SDGs City Index 2018”. La ricerca ha misurato, per ciascuna delle città capoluogo di provincia italiane, la percentuale di attuazione delle politiche di sostenibilità così come sono state definite dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Si tratta in tutto di un percorso che punta a individuare 16 obiettivi che tengono conto di diversi indicatori economici (reddito, distribuzione, lavoro, infrastrutture, innovazione), ambientali (qualità dell’aria, acqua, rifiuti, energia sostenibile), sociali (partecipazione, cooperazione, assistenza), di salute (aspettativa di vita, obesità) e di istruzione.

L’obiettivo è quello di mettere a disposizione di amministratori, cittadini, e comunità, uno strumento che permetta di monitorare il grado di efficacia delle misure adottate e di calibrare così al meglio l’azione amministrativa e di governo delle città. “Si tratta di uno strumento utile – spiega Rasero- soprattutto per capire, attraverso dati oggettivi dove ci sono situazioni di arretratezza rispetto ai parametri fissati. Inoltro – ha aggiunto Rasero – questo tipo di strumenti sono molto utili perché permettono di confrontarsi anche con altre città con altre amministrazioni che magari sono più avanti nel raggiungimento degli obiettivi, per capire quali sono le scelte che hanno fatto, i progetti che hanno realizzato che gli hanno permesso di raggiungere risultati migliori”.

Nell’insieme, Asti raccoglie risultati superiori al 50 per cento per dieci dei sedici indicatori. Tuttavia, tra quelli che ancora sono sotto la soglia del 50 per cento c’è proprio il numero 8, quello cioè che riguarda il lavoro. “Non è solo una questione di disoccupazione, ma anche, e più in generale, di incertezza che certo non aiuta chi vuole investire. Asti è una città di risparmiatori e persone che hanno i soldi necessari a fare investimenti e quindi a riattivare l’economia ci sono. Tuttavia, servirebbero degli stimoli, anche a livello di politica nazionale, a investire sul territorio piuttosto che a tenere le loro risorse in banca”.

Per cercare di creare le condizioni favorevoli agli investimenti dei suoi concittadini, il sindaco Rasero ha già messo in atto una serie di interventi. “Abbiamo attuato numerosi interventi, soprattutto a livello urbanistico, tuttavia vediamo che la situazione è ferma e molti di questi interventi non hanno avuto i ritorni che si pensava. Non sono pochi – spiega Rasero – gli imprenditori che dicono chi me lo fa fare?”.

Il nodo dei trasporti

Un secondo aspetto su cui Asti sembra mostrare un pò il fiato, è quello dei trasporti. “In questo caso scontiamo una attitudine dei nostri cittadini a non voler rinunciare alla propria macchina” spiega il Sindaco. Non solo, anche la struttura della città non aiuta a mettere a punto un sistema di trasporti pubblici efficiente. “La popolazione del comune – spiega Rasero – non vive tutta ad Asti ma è in gran parte anche nelle frazioni che circondano il capoluogo. La superficie da coprire è dunque molto vasta e questo non aiuta una corretta pianificazione dei trasporti. Positivi sono invece i risultati raggiunti nel settore del sociale, così come quelli che riguardano la distribuzione della ricchezza, e anche smog e rifiuti. “Nell’ambito del sociale – spiega Rasero – stiamo cercando di far passare un messaggio che è quello del rispetto anche e soprattutto, delle persone. Per cui abbiamo deciso di attivare uno sportello anti discriminazione. Stiamo investendo molto nella rete del sociale e vogliamo fare in modo che in questa città se ci saranno degli avanzamenti dei miglioramenti nessuno rimanga indietro”.

Miglioramenti potrebbero arrivare da una progressiva trasformazione dell’economia di Asti e del suo territorio. “Stiamo cercando di immaginare una città che faccia del suo territorio il suo più bel biglietto da visita. La provincia di Asti, i suoi vigneti, le sue colline 5 anni fa sono stati riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Questo è un lascito sul quale dobbiamo saper costruire una economia che sia in grado di sostituire un passato industriale che non ritornerà mai più” spiega il Sindaco di Asti.

Su cosa punta Asti

La strada è quella di puntare su altri settori: turismo, enogastronomia, università, cultura. “La città di Asti spiega il sindaco – non aveva una sede universitaria e ora il Polo Universitario conta circa 1300 studenti e il corso di Scienze Motorie che è riconosciuto come il migliore in Italia”. La sfida nel settore della cultura è anche quello di cercare di razionalizzare le realtà esistenti sul territorio e di fare così massa critica. “In questo caso – spiega il sindaco – siamo riusciti a mettere insieme i tanti piccoli musei in un unico ente museale affidando la guida a un professionista che sta facendo cose egregie, come per esempio il grande risultato di visitatori della mostra di Chagall”. Le possibilità di cogliere gli obiettivi di sostenibilità ci sono tutti, “serve però – conclude Rasero – che la città decida di crederci e di coglierle”.

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