Che cosa fanno le 450 persone che vivono nel centro sociale Sprint Time

centro sociale sprint time corrente 

Ida Panzera / Agi 

Sprit Time Labs

Diciassettemila metri quadrati distribuiti su 10 piani, sette abitativi, il resto dedicato alle attività organizzate e gestite dall’associazione Action, quella che sei anni fa, nell’ottica della propria mission in difesa del diritto abitativo, ha deciso di occupare l’immobile.

Il centro sociale Spin Time nasce dunque quel 13 ottobre del 2013, quando Action prende possesso di questa struttura ex sede dell’Inpdap al civico 55 di Via Santa Croce in Gerusalemme a Roma. È partito tutto come azione ai limiti della legalità per rispondere alla necessità di centinaia di famiglie, italiane e non, in difficoltà, in mezzo alla strada, senza un posto dove andare, per arrivare oggi ad essere una sorta di esperimento sociale in pieno centro della Capitale. Qualcosa che non rimane rinchiuso dentro i confini della struttura, ma si apre e confronta con la comunità circostante del quartiere, che negli anni, nel frattempo, l’ha pienamente assorbita.

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Ida Panzera / Agi

Sprit Time Labs 

A sostenerlo è Andrea Alzetta, detto Tarzan, ex consigliere comunale in quota Sel, “Qua ci siamo imposti di fare una sperimentazione: invece di chiuderci per paura degli sgomberi, proviamo ad aprirci. Così abbiamo provato a rigenerare questo palazzo, anche dal punto di vista urbanistico architettonico, con la collaborazione di tutte le università romane (Tor Vergata, Roma Tre, La Sapienza) che hanno costituito un pool interdipartimentale per costruire un progetto di rigenerazione urbana. Sulla base di questo abbiamo dedicato cinquemila metri quadri ai servizi, ai laboratori e alle attività culturali: dal restauro di opere sacre alla distribuzione dei pacchi per i poveri, alla scuola popolare, agli sportelli per i diritti alla casa, agli sportelli con l’avvocato per i diritti dei migranti, passando per le attività che si fanno nell’auditorium con la musica classica”, solo un paio di settimane fa infatti è andato in scena il secondo rave di musica classica organizzato con la collaborazione del maestro Enrico Melozzi, uno dei più ricercati compositori del panorama italiano, con un’esperienza che spazia tra la lirica e le colonne sonore per il cinema, fino al pop di Sanremo. Dalle 16 del 30 aprile alle 8 del mattino del primo maggio, concerti ininterrotti di musica classica.

Ma Melozzi non è l’unico artista di rilievo ad aver preso a cuore le sorti delle attività culturali che giornalmente vengono svolte all’interno della struttura, per la precisione nell’Auditorium che l’associazione ha ristrutturato e che oggi ospita una vera e propria stagione teatrale; tant’è che nel weekend, durante il blackout imposto dalle autorità, non sono andati in scena gli spettacoli previsti, sostituiti da una sorta di flash mob culturale, come spiega Cecilia, una delle responsabili della sala, dove a tutti gli ospiti, come Sabina Guzzanti e il premio Ubu Andrea Cosentino, è stato chiesto di accorrere nel teatro armati di torce per fare luce. Tra l’Auditorium e le sale dedicate alle prove degli spettacoli orbitano quattordici diverse compagnie teatrali.

Oggi Spin Time Labs è un centro in cui convivono 24 diverse etnie “’na dozzina de religgioni” dicono, con un calcolo approssimativo e quasi certamente esagerato; 450 persone, in stragrande maggioranza stranieri. Appena 12 le famiglie italiane, che vivono in stanze che vanno dai 20 e i 14 metri quadrati, assegnate tenendo conto del numero dei componenti del nucleo.

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Ida Panzera / Agi

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La convivenza è regolata da un comitato di gestione formato da venti persone che organizzano la vita all’interno dello stabile, dalle pulizie alla sicurezza, e che viene eletto. “Ci si viene incontro” dice Marco, che all’interno della struttura si occupa un po’ di tutto. “Per esempio, le riunioni gestionali in questo periodo le abbiamo fissate più tardi, per rispettare i musulmani che per ora stanno in periodo di Ramadan; durante le feste cristiane sono invece i musulmani a venirci incontro”.

Grande attenzione è riservata ai bambini, circa un centinaio quelli che vivono dentro lo stabile (una quindicina le donne incinte invece al momento), quelli che non hanno ancora i documenti in regola si affidano alla Scuola Popolare, ovvero all’istruzione fornita da una serie di volontari, diventati poi un’associazione inglobata in Action, che vengono a seguire i ragazzi dentro la struttura. Un’iniziativa, una delle tante in realtà, che ha fatto molta presa sugli abitanti del quartiere in considerazione del fatto che anche in un quartiere centrale come l’Esquilino sono tante le persone in difficoltà. “Qui dentro sono i bambini a farci da esempio: crescono insieme, tutti uguali, anche se di colori e religioni diverse” aggiunge Marco, “Giocano e ridono come se niente fosse. Sono loro ogni giorno a darci la lezione più importante”.

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Ida Panzera / Agi

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Teatro, musica, presto la terza pubblicazione di un giornale, “RigenerAction”, basato sul lavoro di collaboratori volontari, ma anche una discoteca dove negli anni sono passati anche diversi Dj di fama internazionale, e una cucina, con l’osteria dove è possibile cenare a prezzi modici e sorseggiando la birra artigianale che viene prodotta sempre all’interno della struttura (anche per questo c’è un corso che è possibile seguire).

Tante le iniziative umanitarie portate avanti direttamente dalla Chiesa con la quale, come l’iniziativa del cardinal Konrad Krajewski ha evidenziato, il centro ha instaurato un dialogo costante, grazie anche al lavoro di sorella Adriana (suora laica che tra qualche mese prenderà i voti), che dentro Spin Time dirige una vera e propria missione chiamata “Sentieri verso l’altro”, una serie di laboratori per imparare i mestieri più disparati nell’ambito di sartoria, arte e grafica.

Fondamentale anche il lavoro di padre Gabriele, che due volte al mese distribuisce pacchi alimentari per gli esterni.              

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