Cosa sappiamo dei tre neonati morti in ospedale a Brescia

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Il dramma del piccolo Marco, morto per un’infezione al Civile di Brescia dove era nato prematuro il 4 dicembre scorso e ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale, riapre il caso sulle infezioni che la scorsa estate portarono la Procura ad indagare un intero reparto e cercare i responsabili della morte di un altro bambino.

“Vogliamo la verità, non attacchiamo nessuno ma vogliamo capire come sia accaduto” ha detto mamma Denise che aveva partorito Marco lo scorso 4 dicembre alla trentesima settimana, dopo i primi giorni difficili il bambino sembrava stare meglio.

In questo ultimo caso l’autopsia dovrà stabilire le cause che hanno portato alla morte del piccolo. Intanto sono rimasti complessivamente 16 tra medici e personale del reparto gli indagati per omicidio colposo nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia sulla morte del neonato stroncato ad agosto del 2018 dal batterio serratia marcescens.

Troppi casi di infezione 

L’ infezione era stata contratta, come nel caso dell’ultimo neonato morto sabato 5 gennaio, nel reparto di terapia intensiva neonatale degli Spedali civili di Brescia. Da mesi i 16 componenti dell’equipe sono accusati di omicidio colposo per l’indagine aperta dal pubblico ministero Katy Bressanelli, titolare dell’inchiesta sulla morte del neonato stroncato dal batterio serratia marcescens.

Anche il piccolo Paolo, nato prematuramente a fine giugno con un quadro clinico particolarmente complesso, è morto dopo settimane di cura disperate.

In totale ad agosto furono almeno dieci i bambini rimasti infettati in ospedale con il reparto rimasto chiuso per poter fare la dovuta disinfestazione. Intanto sul caso dell’ultimo bimbo morto il Civile esclude la presenza di una epidemia in reparto e ha avviato i controlli del caso.

Cosa dice l’ospedale di Brescia

“Marco negli ultimi giorni ha avuto complicanze. Purtroppo questi episodi tra bimbi nati di peso molto basso rientrano nella casistica” dice Gaetano Chirico, direttore dell’Unità operativa di Neonatologia e della Terapia intensiva neonatale di Brescia. Peraltro i genitori del bambino hanno raccontato come nel corso di una settimana sono deceduti nello stesso reparto altri due bimbi, un maschio e una femminuccia, è Marco era stato in camera con entrambi. “Allo stato non c’è alcuna correlazione tra i casi – ha sottolineato Chirico -, la situazione clinica dei bambini era completamente diversa. Sono già stati eseguiti accertamenti sui pazienti, quello che possiamo escludere è che vi sia in atto un focolaio epidemico”.

“Abbiamo dato mandato all’ATS Brescia di disporre una commissione d’inchiesta regionale al fine di avviare tutti i controlli necessari per accertare le cause dei tre decessi” ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, “anche la direzione strategica dell’ASST degli Spedali Civili di Brescia – ha spiegato Gallera – ha avviato i controlli interni per fare chiarezza sui decessi. Da questi primi controlli è emerso che i quadri clinici rimandano a condizioni di malattia differenti e non appaiono correlati. In particolare, si esclude che le circostanze siano da ricondurre ad un focolaio infettivo epidemico”.

“E’ necessario fare chiarezza per capire se ci sia correlazione tra i diversi casi. Proprio per questo sto inviando gli ispettori del ministero per andare a fondo della questione”, ha detto il ministro della Salute, Giulia Grillo. “Dobbiamo capire cosa ha portato alla morte di questi piccolissimi pazienti in pochi giorni. Lo dobbiamo a questi bambini che non hanno fatto in tempo ad affacciarsi alla vita, ai loro familiari che abbraccio in questo momento di dolore, e anche a chi lavora con impegno e serietà ogni giorno in una struttura eccellente come è l’ospedale bresciano”.

La lettera della mamma

In una lettera inviata al quotidiano Brescia Oggi la mamma di Marco ha ricostruito gli eventi. “Marco è nato alla 30esima settimana con cesareo perché io avevo la pressione alta, da li iniziamo la nostra esperienza in terapia intensiva neonatale agli Spedali Civili di Brescia. Marco subisce un pneumotorace dal quale piano piano ne usciamo. Inizia a mangiare e crescere, da 1050 gr arriviamo a 1500 gr, iniziamo a poterlo tenere un po in braccio e a toglierlo quindi dalla termoculla. Iniziamo a fare la marsupio terapia ed io sono al settimo cielo, il 29 dicembre ci dicono che non possiamo fare la terapia perché dagli esami pare che abbia in corso un infiammazione. La mattina dopo 30 mi chiamano e mi dicono che il bambino è peggiorato e han dovuto intubarlo a causa di uno shock septico, quando arrivo in ospedale noto che nella stanza manca la culla di una bimba e scopro poco dopo che la piccola è morta durante la notte”.

Poi la situazione precipita. Continua la madre: “Mi dicono che Marco ha preso un batterio, non si sa quale e parlano di sepsi, fatti sta che da quel giorno è il declino, Marco non respira più autonomamente, non fa pipì ed iniziano ma serie di terapie che però non portano a grandi risultati. E il 5 gennaio poco dopo le 18 il suo cuore ha ceduto”. 

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