Educazione civica e no al cellulare in classe. Cosa potrebbe cambiare a scuola

cellulare in classe educazione civica

pixabay.com 

scuola (Pixabay) 

È partito ieri nella Commissione Cultura della Camera l’iter delle proposte di legge che reintroducono l’insegnamento dell’educazione civica nella scuola primaria e secondaria. Relatrice sarà la leghista Colmellere. Il testo guida predisposto da Capitanio (Lega) sarà integrato con altre proposte di maggioranza e opposizione. E una proposta della Lega (onorevole Latini) e una di FI (l’ex ministro dell’Istruzione Gelmini) dispongono il “divieto salvo casi particolari specifici, di utilizzo del cellulare e di altri dispositivi elettronico-digitali nei luoghi e negli orari dell’attività didattica”. Una misura sulla quale è già iniziato il confronto all’interno della Commissione, con la maggioranza che – riferiscono fonti parlamentari – sarebbe orientata a recepire. 

“L’insegnamento dell’educazione civica – si legge nel testo del leghista Capitanio – deve servire non solo ad avvicinare i giovani alla conoscenza delle istituzioni, ma anche a sensibilizzarli alla solidarietà, accompagnandoli in percorsi di coesione sociale”.
“L’educazione civica – aggiunge l’esponente del partito di via Bellerio – deve pertanto facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del volontariato e la loro integrazione con le persone con disabilità e deve incoraggiare – anche attraverso l’educazione alla legalità – la loro partecipazione alla vita associata come cittadini attivi”.

Sono 4 gli articoli. Si prevede “un monte ore annuale di 33 ore, da affidare ai docenti dell’area storico-geografica nelle scuole secondarie di primo grado e ai docenti dell’area economico-giuridica nelle scuole secondarie di secondo grado” e “un premio annuale per l’educazione civica destinato a premiare le esperienze migliori in materia di educazione civica in ogni ordine e grado di istruzione”.

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 (Afp)

 Mariastella Gelmini

Gelmini suggerisce “attività extrascolastiche”

Anche il capogruppo di FI Gelmini chiede “l’introduzione nelle scuole dell’insegnamento alla cittadinanza attiva, inteso come insegnamento dei valori della legalità, della partecipazione e della solidarietà”. “E’ indispensabile – osserva l’esponente azzurra – trasferire ai giovani non solo le cognizioni tecnico-pratiche occorrenti per l’utilizzo dei dispositivi elettronici, ma anche un insieme di regole di convivenza e di rispetto dell’altro, in funzione di prevenzione e di contrasto di condotte suscettibili di degenerare in bullismo e cyberbullismo”. Per Gelmini “le relative attività devono tener conto della storia, delle tradizioni e della cultura del territorio in cui è inserita la singola istituzione scolastica”.

 “Oltre alla normale attività didattica in classe, l’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza attiva può avvenire – secondo la proposta Gelmini – anche attraverso attività extrascolastiche. Per le scuole secondarie di secondo grado, si prevede che le attività di alternanza di scuola e lavoro possano essere svolte presso uffici pubblici, istituzioni, fondazioni e istituzioni culturali”.

“Nell’ambito dei progetti di educazione alla cittadinanza attiva, si svolgano anche attività di sensibilizzazione degli alunni su diritti e doveri connessi all’uso di Internet e degli altri strumenti digitali, nonché progetti per prevenire e contrastare il bullismo informatico. In tale contesto – osserva la deputata di FI -, la proposta dispone il divieto, salvo casi particolari specifici, di utilizzo del cellulare e di altri dispositivi elettronico-digitali nei luoghi e negli orari dell’attività didattica”. 

La proposta del M5s

La proposta del Movimento 5 stelle è firmata dalla pentastellata Dadone. “In particolare l’insegnamento dell’educazione civica – osserva – deve comprendere lo studio della Costituzione; un’introduzione di base al diritto costituzionale; un’introduzione al diritto dell’Unione europea; l’educazione alla legalità; l’educazione alla cittadinanza digitale; l’educazione al rispetto dei beni culturali, paesaggistici e naturali; l’educazione ai principi delle pari opportunità”. “La proposta dispone – si legge nel testo predisposto dalla deputata M5s – che le istituzioni scolastiche debbano programmare anche attività di studio e viaggi di istruzione, per aumentare negli alunni la conoscenza delle istituzioni italiane ed europee, della loro storia e del loro funzionamento”.

Altre proposte sul tavolo sono firmate dall’azzurro Battilocchio (“Appositi corsi di formazione e aggiornamento devono essere predisposti dalle regioni, d’intesa con gli uffici scolastici regionali”) e dal centrista Toccafondi secondo cui l’insegnamento dell’educazione civica “ha lo scopo di sviluppare negli studenti il senso della cittadinanza, mediante la conoscenza della Costituzione nei suoi aspetti giuridici, storici, culturali e morali e nella sua qualità di enunziato fondamentale dei valori comuni della vita civile collettiva della nazione”.

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