“Ho fatto solo fotocopie”. Così Borghezio sulle accuse di furto all’Archivio di Torino

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ELENA AQUILA / NURPHOTO

Mario Borghezio

“Queste sono accuse gravi che si rivolgono a Mario Borghezio e non a un ricercatore qualsiasi. Si parla tanto di odio e ostilità, ma sono un uomo in pensione e non capisco davvero perché prendersela con me”. Così dichiara all’AGI lo storico esponente della Lega ed ex deputato europeo, indagato dalla Procura di Torino per un presunto tentativo di sottrarre alcuni documenti storici dall’Archivio di Stato del capoluogo piemontese.

“Non ho mai portato fuori nulla – spiega Borghezio – volevo solo fare delle fotocopie di alcune carte amministrative torinesi risalenti alla Seconda guerra mondiale, documenti di interesse locale e di minimo valore commerciale”.

Da quanto si apprende, ad accusare l’esponente del Carroccio sarebbe stata un’impiegata dell’Archivio, che ha poi avvisato i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale. “È stato eseguito un meticoloso controllo nel mio archivio personale che conta migliaia di documenti – aggiunge l’ex esponente del Carroccio – ma non è stato trovato alcun foglio proveniente da alcun archivio di Stato, solo fotocopie. Il magistrato ha preso atto dell’esposto, non poteva fare altro. Intanto ho già nominato l’avvocato Anetrini, ma non ho nulla da temere, sono assolutamente tranquillo”.  

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