La Regione Lombardia comprerà la chiesetta dei Frati destinata a diventare moschea

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La Regione Lombardia eserciterà la prelazione per l’acquisto della chiesetta dei Frati, immobile di proprietà degli ex Ospedali Riuniti di Bergamo. Lunedì 20 maggio, secondo quanto apprende l’Agi, è stata inserita una delibera all’ordine del giorno della giunta lombarda che prevede l’esercizio del diritto di prelazione della Regione.

La chiesa era stata acquistata a ottobre dall’Associazione dei musulmani, tramite un’asta dell’Asst Papa Giovanni XXIII, ente della Regione. L’Associazione aveva espresso la volontà di trasformarla in una moschea e il governatore leghista, Attilio Fontana, aveva subito annunciato che avrebbe esercitato il suo diritto di prelazione. La delibera segue l’accantonamento di 452.196 euro stanziato da Palazzo Lombardia nei giorni scorsi per riacquistare la chiesetta.

La storia

La vicenda della chiesa degli ex Ospedali Riuniti di Bergamo inizia lo scorso ottobre. L’immobile, che negli ultimi anni era usato dalla chiesa ortodossa rumena, finisce all’asta. La gara viene indetta dall’Asst Papa Giovanni XXIII con l’intenzione di vendere la chiesa agli ortodossi, ma ad aggiudicarsela è l’Associazione musulmani con un rialzo dell’8%, partendo da una base fissata a 418.700 euro.

Subito dopo il presidente dell’associazione Idir Ouchickh e il consigliere Imad El Joulani avevano spiegato che l’intenzione era quella di mantenere la destinazione del sito a luogo di culto, trasformando la chiesa in una moschea. In questo modo l’Associazione intendeva aggirare le restrizioni della legge lombarda sui luoghi di culto, approvata dalla maggioranza di centrodestra nel 2015, e ribattezzata ‘antimoschee’.

Il governatore Attilio Fontana aveva subito stoppato l’idea, sostenendo che la Regione avrebbe usato il diritto di prelazione sull’immobile. Nel frattempo, però, il 4 aprile, dopo le verifiche imposte dalla legge, la chiesa era stata assegnata ufficialmente all’Associazione musulmani per 452.196 euro. E all’inizio di maggio era stato firmato il rogito. La Regione aveva 60 giorni di tempo per esercitare il suo diritto di prelazione, cosa che avverrà lunedì con una delibera della giunta. 

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