L’albero che ha ucciso le due sorelline aveva danni a rami e radici

AGI – Non era sano l’albero che è caduto a Massa Marittima provocando la morte di due sorelline torinesi di origine marocchina, che campeggiavano con la famiglia nell’area. Lo spiega all’AGI Pierfrancesco Malandrino, dottore forestale e arboricoltore, anche consulente degli Aeroporti di Roma, illustrando il perché – da quello che si evince dalle foto sul luogo dei fatti – “quel pioppo non vegetava al meglio”.

“Con ogni probabilità un occhio attento si sarebbe accorto dello stato della pianta, che era mal curata”. “Gli alberi non parlano”, ma danno dei segnali, constata l’esperto. E dunque “era prevedibile” che quello non fosse saldamente ancorato al terreno: “È probabile che la chioma stata duramente capitozzata; di conseguenza l’apparato radicale era danneggiato e lo si vede già dalle immagini; e infine i danni non risparmiavano nemmeno il colletto” (una zona specializzata che consente di resistere alla pressione del terreno circostante ed è il punto fino al quale le piante devono essere interrate, altrimenti rischiano di morire). 

Per quelle che sono le conoscenze scientifiche, non basta dunque il vento o il maltempo a far crollare così un albero di quelle dimensioni, ma alla base ci sono spesso “radici marce e danneggiate”. Chiaramente “a dare le risposte definitive sarà la magistratura – precisa Malandrino – dopo che avrà chiesto al gestore del campeggio se qualche tecnico avesse esaminato gli alberi nel corso degli anni”. 

E inoltre sarà necessaria una consulenza di un esperto della materia per esaminare quello che resta del tronco. Già ad una prima analisi, però, è possibile esporre che “la pianta era stata fortemente potata. Con tutta probabilità sarà stata eseguita quella che in termine tecnico si chiama ‘capitozzatura’”, ovvero un taglio indiscriminato della parte pià alta. “Una pratica diffusa, ma fortemente sbagliata, che nasce dalla convinzione errata che più si pota meglio è”.

Anche nel campo del verde, insomma, sono “la mancata conoscenza sull’argomento” e la “scarsa prevenzione” le complici più comuni delle tragedie: “Gli alberi in ambiente urbano dovrebbero essere monitorati e valutati costantemente da un professionista. Nel caso di un campeggio la cura è persino più importante, perche’ sotto i rami le persone non passano, ma stazionano anche per molte ore”.

In questo senso il consiglio per chi campeggia è di verificare se nei tronchi “ci sono cavità oppure se i rami sono secchi” e dunque evitare di posizionarsi sotto quella pianta.

Espianto impossibile

Intanto è stato comunicato che è impossibile l’espianto di organi da una delle due sorelline morte ieri, a Marina di Massa. La precisazione arriva dalla Usl Toscana Nord Ovest che smentisce le notizie circolate ieri relative alla presunta autorizzazione da parte dei genitori delle bambine alla donazione degli organi.

 “I corpi delle bambine – si legge in una nota della Usl – sono a disposizione della magistratura e non è avvenuto alcun espianto, in quanto anche la ragazza di 10 anni è giunta in ospedale in condizioni che non permettevano l’eleggibilità per la donazione di organi”. Intanto la Procura di Massa ha aperto un’inchiesta per capire le cause della tragedia e da ieri posto sotto sequestro l’area. Per oggi, il sindaco di Massa, Francesco Persiani aveva proclamato il lutto cittadino e ieri aveva subito messo a disposizione dei familiari delle due bambine morte un alloggio nel comune di Massa per tutto il tempo necessario. La famiglia, di origine marocchina, risiede infatti a Torino ed era arrivata a Marina di Massa alcuni giorni fa per trascorrere in campeggio alcuni giorni di vacanza. Ieri finita in tragedia. 

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