“Non ci deve essere un altro caso Raciti”, dice la figlia dell’ispettore ucciso

filippo raciti catania palermo

Marcello Paternostro/afp

Fabiana Raciti e la madre Marisa Grasso, il giorno del funerale di Filippo Raciti, il 5 febbraio 2007

“Amareggiata” e “delusa”. Sono i sentimenti che invadono il cuore e la testa di Fabiana Raciti, la figlia dell’ispettore di polizia, Filippo Raciti, ucciso il 2 febbraio 2007, nei disordini scoppiati nel giorno del derby Catania-Palermo. Aveva solo 40 anni. Per quel delitto è stato arrestato e condannato Antonino Speziale, che al tempo dei fatti era minorenne; dal 2012 è recluso nel carcere di Caltanissetta e tornerà in libertà nel 2021. Mercoledì sono apparsi all’alba, nelle strade di Palermo, diversi striscioni con la scritta “Speziale innocente”. Lo scorso 22 settembre un analogo striscione era stato piazzato sulla cancellata dello Stadio “Renzo Barbera”, subito rimosso dalla Digos che indaga sull’episodio.

(Filippo Raciti, foto MARCELLO PATERNOSTRO / QUESTURA DI CATANIA / AFP)

Atti che portano la firma del Centro sociale Anomalia, che ha organizzato per oggi anche un dibattito sulla “storia di una ingiusta detenzione”. Striscioni, iniziative, dice Fabiana all’AGI, che sono “un’offesa alla memoria di mio padre, un servitore delle istituzioni morto nell’adempimento del dovere”. Un mese fa Fabiana si è laureata alla facoltà di Giurisprudenza con una tesi dedicata al padre, dal titolo: “Sicurezza ed eventi sportivi: dal Trattato 218 del Consiglio d’Europa al Caso Raciti”.

“Ciò che mi preoccupa – aggiunge la giovane – è l’alleanza fra Palermo e Catania, tifoserie da sempre contrapposte che probabilmente hanno fatto un patto di non belligeranza, magari contro la polizia…”. Fabiana lancia un appello: “Non ci deve essere un altro caso Raciti. Anch’io pensavo che fossimo molto più avanti, ma ora sono delusa. Ritengo davvero grave quanto sta accadendo, perché si inneggia a un condannato ormai in via definitiva, ed è senza ombra di dubbio un un modo per attaccare la polizia”.

Ma l’impegno degli onesti e dei non violenti non si può fermare. Cosa è possibile fare ancora a favore dello sport sano? Fabiana Raciti risponde risoluta e convinta, chiedendo un atto di responsabilità collettiva: “Oggi, più che mai, è necessaria una cooperazione fra tutti coloro che organizzano e partecipano agli eventi: le società sportive, i gruppi dei tifosi, le autorità. Solo con una cooperazione più efficiente si possono superare le difficoltà. E poi bisogna fare di più nelle scuole, attraverso la formazione delle giovani generazioni. Certi gesti negli stadi sono il frutto di una sottocultura strisciante”.

Al suo fianco in questa battaglia, la mamma, Marisa Grasso: “Per me è stato ed è difficile parlare di questo fatto. Sono passati tanti anni… è stato complicato crescere i miei figli in questo clima. Ma non dobbiamo fermarci”.

Antonino Speziale è stato condannato in via definitiva a 8 anni per resistenza aggravata a pubblico ufficiale e omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, negli scontri al Massimino durante il derby Catania-Palermo del 2 febbraio 2007.

Condannato ad altri sei mesi di detenzione per avere assistito a un allenamento del Catania mentre era sottoposto a Daspo, il ‘fine pena’ è previsto per l’aprile 2021. L’ultrà, che all’epoca dei fatti era minorenne e ha compiuto 30 anni a luglio, è detenuto dal 14 novembre del 2012 nel carcere di Caltanissetta. L’altro imputato dell’omicidio di Filippo Raciti è Daniele Natale Micale, condannato a 11 anni per lo stesso reato. Attualmente è in semilibertà per buona condotta dal dicembre del 2017.

La scarcerazione di Speziale è stata chiesta da alcune delle frange più controverse delle tifoserie ultrà, come una parte di quelle del Napoli, sospettate di essere infiltrate dalla camorra, come ha dimostrato l’episodio della maglietta con la scritta ‘Speziale libero’ indossata dal pregiudicato Gennaro De Tommaso, detto Genny ‘a carogna’, in occasione dell’incontro di Coppa Italia Fiorentina-Napoli, all’Olimpico di Roma.

Un clima di forte tensione, a seguito del ferimento del tifoso napoletano Ciro Esposito che mori’ in ospedale il 3 maggio 2014, dopo 50 giorni di agonia. In queste settimane a Palermo, all’esterno dello Stadio e in alcune strade, sono apparsi diversi striscioni con la scritta “Speziale innocente”, iniziativa sostenuta dal centro sociale Anomalia.

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Post simili: