Perché i bambini ingrassano così

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Obesità infantile

I genitori italiani, non tutti ovviamente, ritengono che un bambino di 10 anni debba mangiare le stesse cose di un adulto, per quantità e tipologia. Niente di più sbagliato. Così facendo si ottiene un unico risultato: predisporre i figli al sovrappeso e all’obesità. Ne è convinta Laura De Gara, presidente del corso di laurea magistrale in Scienze dell’alimentazione e della nutrizione dell’università Campus Bio-Medico di Roma.

“Spesso la mentalità delle mamme italiane è ancora quella del ‘meglio più che meno’ – ha spiegato all’Agi Da Gara – E quindi il bimbo che mangia di più non è un problema”. Eppure questa tendenza, unita a uno stile di vita più sedentario e alla preferenza di cibi più energetici alzano l’asticella della bilancia in modo serio e preoccupante.

Quanti sono i bambini obesi in Italia

In Italia, il Paese della data mediterranea che vanta cibi semplici e sani, ci sono troppi bambini in sovrappeso. E questo secondo diverse statistiche.  L’ultimo rapporto Unicef pubblicato a dicembre 2018, dal titolo “Diamogli peso: l’impegno dell’Unicef per combattere la malnutrizione”, afferma che  “in Italia la percentuale di bambini e adolescenti obesi è aumentata di quasi 3 volte nel 2016 rispetto al 1975.

L’obesità infantile in Italia – dice l’Unicef – non è dovuta soltanto ad una cattiva alimentazione (eccesso di consumo di zuccheri e di grassi), ma anche a uno stile di vita spesso troppo sedentario. Secondo gli ultimi dati Istat la quota dei bambini sedentari è molto alta nella fascia di età 3-5 anni (48,8%) diminuisce nelle fasce di età successive, ma inizia a risalire e a mantenersi alta a partire dalla fascia di età 18 – 19 anni (20,8%).

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Per l’Oms, poi, “i bambini italiani sono tra i più grassi d’Europa”. Secondo gli ultimi dati della Childhood Obesity Surveillance initiative (2015-17) l’Europa è molto appesantita soprattutto nella sua parte meridionale: l’Italia ha il maggior tasso di obesità infantile tra i maschi (21% pari merito con Cipro) mentre il 42% dei maschi è obeso o in sovrappeso (solo Cipro fa peggio con il 43%). Anche le bambine italiane hanno uno dei tassi più alti di obesità e sovrappeso, il 38%.

“Va detto, come nota positiva – afferma De Gara – che gli studi sopracitati hanno registrato un trend di miglioramento. Anche durante la settantatreesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’Italia ha condiviso i dati più recenti che mostrano un decremento nel numero dei bambini obesi in Italia”.

Le cause principali

Ma perché questa tendenza? Sicuramente, spiega la professoressa, “la sedentarietà gioca un ruolo di primo piano. Oggi i bambini passano molto più tempo davanti alla tv, alla Playstation e si muovono poco”. Ma non è solo questo: “Sono cambiate anche le abitudini alimentari. Prima si tornava a pranzo a casa e i genitori avevano una visione completa dell’intera alimentazione giornaliera dei figli. Si mangiavano cibi preparati in casa e questo aiutava”.

Oggi “per forza di cose, non è più così, ma l’importante è sapere quali cibi preferire, avere consapevolezza di ciò che un bambino  dovrebbe mangiare e come fare per raggiungere il gusto apporto tra micro-nutrienti e macro-nutrienti. E in questo, le statistiche registrano un maggior grado di consapevolezza a Nord rispetto al Sud”

Gli errori più comuni

Nello specifico, secondo un recente sondaggio Nestlé, i genitori tendono a mettere praticamente sullo stesso piano diversi gruppi alimentari, prediligendo cioè per i figli le proteine (35%), quasi allo stesso modo dei carboidrati (34%) e delle verdure e ortaggi (31%), senza dare apparentemente peso al differente ruolo che questi alimenti svolgono nel benessere di bambini e adulti. Secondo un precedente sondaggio Nestlé, inoltre, il 31% degli intervistati è convinto che un bambino debba mangiare come un adulto, e il 28% tende addirittura a preparare per i figli porzioni uguali alle proprie.  

Un Nutripiatto per educare bimbi e genitori

Proprio per dare una mano ai genitori, prima ancora che ai bambini, Nestlé e Campus Biomedico hanno messo a punto uno strumento ad hoc: il Nutripiatto. Pensato per  bambini da 4 ai 12 anni, il Nutripiatto è un piatto dalla dimensioni normali (26x26cm), che mostra le proporzioni adeguate delle categorie di alimenti necessarie per preparare i due pasti principali: il pranzo e la cena. Nello specifico il 50% del piatto è occupato da verdura e frutta, il 25% da carne, pesce, uova e legumi, latticini, e l’altro 25% da cereali, pasta integrale e tuberi. E poi c’è la frutta, che va mangiata almeno tre volte al giorno e nel modo più variato possibile, preferendo i frutti freschi, di stagione e, se possibile, locali.

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Cristina Bowerman

I consigli della chef stellata Bowerman​

Ma come invogliare i bambini a mangiare i cibi sani? Ecco alcuni consigli della chef stellata Cristina Bowerman:

  • “Raccomando come prima cosa di ascoltare i propri figli, capire cosa gli piace e cosa proprio non accettano, e tenerne conto”.
  • “Ci sono poi piccoli escamotage per far passare i cibi meno apprezzati ma utili ad un’alimentazione equilibrata. Per esempio mio figlio non ama per niente il riso, perché lo accetti inserisco in una porzione adeguata alcuni ingredienti che a lui piacciono, dalle verdure che ama, ai condimenti che glielo rendono più gradito”.
  • “I bambini amano mangiare con le mani e un accorgimento può essere quello di mettere nel piatto (anche al lato del piatto,  attorno ad un cibo poco apprezzato) verdure che si possano mangiare con le mani.”
  • “Consiglio soprattutto ai genitori di cominciare a ‘educare’ il palato dei bambini fin da piccoli, stimolando la loro curiosità: mi capita spesso di vedere genitori nel mio ristorante ordinare per il figlio una pasta con il sugo che è facile che mangino anche a casa. Ma perché invece non fargli provare qualcosa di nuovo, abbinamenti anche particolari e diversi?”.
  • “A scuola i bambini accedono a merendine che magari noi non vorremmo che mangiassero. Ma impedendoglielo si rischia che si senta escluso dal ‘gruppo’, meglio allora provvedere  facendogli portare anche  alimenti che vadano ad integrare quello che mangerà a scuola”.

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