Più auto che patenti, Roma resta nella morsa del traffico

AGI – I clacson ancora prima del caffé. Roma è ostaggio delle auto private, una flotta di 1,7 milioni di mezzi. Si stringe la morsa del traffico sulla Capitale: ci sono più vetture che patenti (le ‘tessere’ si fermano a circa 1,5 milioni). Soste selvagge, manutenzioni delle strade, cantieri, invasione delle preferenziali e un trasporto pubblico non all’altezza: è la tempesta perfetta che rende, spesso, le strade romane un imbuto.

Lo spazio fisico per i parcheggi è finito

Troppi mezzi rimangono fermi ai lati delle careggiate in attesa di riaccendere il motore. “A breve ci saranno provvedimenti seri, coraggiosi e tosti per disincentivare l’uso di auto private quando non è necessario”, annuncia all’AGI, l’assessore comunale alla Mobilità, Eugenio Patanè. “Su 1,7 milioni di autovetture a Roma quotidianamente se ne muovono solo tra le 600mila e le 700mila. Questo significa – spiega l’assessore – che ogni giorno abbiamo un milione di auto ferme ai lati delle strade e non per un giorno, alcune stanno in sosta per mesi e creano problemi alla mobilità”.

Tra proteste dei tassisti (“Il traffico negli ultimi anni è aumentato in maniera vertiginosa) e i lamenti dei cittadini (“Ore per arrivare al lavoro, viviamo in auto”) una cosa è certa: non ci saranno grandi miglioramenti a breve. “In questa città per rimettere i cassetti a posto – conferma l’assessore alla mobilità – ci vorranno almeno 4 o 5 anni. Noi abbiamo ereditato una situazione complicata. I treni delle metropolitane non sono stati oggetto di revisione né ordinaria e né straordinaria è una situazione che grida vendetta. Per fare la revisione di tutti i treni della metro come minimo ci vogliono 5 anni”.

Aumento del traffico e ingorghi

Via Aurelia, ore 8.20: un muro di auto si muove a passo lento verso Roma. È il traffico di chi viene dal litorale e tenta di raggiungere la Capitale per lavorare. “Ultimamente i rallentamenti sono aumentati verso il centro – spiega Luca, 32 anni che ha scelto Fregene per vivere con la compagna – forse a causa dei lavori di manutenzione delle strade e il restringimento delle carreggiate”. Il traffico è aumentato a Roma negli ultimi mesi. E non è solo un’impressione da ‘cronisti’ di strada. Snocciolando i grafici pubblicati sul sito di Roma Mobilità emerge che, rispetto a febbraio 2020 (pre-pandemia) nell’aprile scorso c’è stato un aumento degli accessi dei veicoli nel centro storico pari allo 0,79% e nei varchi Vam (un’area concentrica poco piu’ ampia) dell’1%.

Il problema dei lavori

Nervi tesi non solo per chi deve attraversare la città eterna ma anche per chi si sposta di pochi chilometri in centro. Viale Trastevere e via Cipro, a pochi passi da San Pietro e nel centralissimo quartiere Prati, ad esempio, sono separati da soli 7 chilometri, ma il tempo di percorrenza varia e c’è chi giura di metterci anche ore.

Qui il problema numero uno sembrano essere i cantieri. “La follia è programmare i lavori di manutenzione quando la città è ancora piena – spiega Marco, 40 anni -. In via Cipro la mattina per fare 500 metri ci si impiega 30 minuti. I lavori in strada complicano ulteriormente il passaggio di auto e bus: e’ un inferno”. “Il traffico negli ultimi anni e’ aumentato in maniera vertiginosa”: ecco il coro unanime dei tassisti.

Il Rapporto 2021 pubblicato da Roma Servizi per la mobilita’ fotografa una città intrappolata nella tenaglia del traffico privato: la Capitale è al primo posto per le auto e al sesto per i motocicli nel tasso di motorizzazione tra gli 8 Comuni più grandi in Italia. Considerando la popolazione attiva – compresa tra 15 e 85 anni – sommando auto e moto il rapporto raggiunge i 923 veicoli ogni 1000 abitanti. Il tutto in una città dove la metropolitana (spesso funziona a singhiozzo) copre solo 60 chilometri (3 linee) contro, ad esempio, i 96 chilometri di Milano.

Tuttavia, dati alla mano, non si tratta solo di un aspetto legato alla qualitè del servizio. A Roma, infatti, secondo i numeri forniti da Atac, pur in una situazione di normalita’ – i mezzi ora viaggiano a piena capienza – la domanda di trasporto pubblico e’ diminuita rispetto al periodo precedente alla pandemia. Infatti, i passeggeri delle metropolitane sono scesi dai 700mila (media in un giorno) agli attuali 450mila: un calo del 30%. Cosi’ l’auto rimane il mezzo privilegiato per gli spostamenti nella Capitale.

Disincentivi all’uso

Per incidere sul traffico “tutti gli studi trasportistici del mondo – spiega Patanè – indicano che l’unico metodo che hanno le amministrazioni, soprattutto in citta’ come Roma che è una realtà auto centrica, è quello del disincentivo all’utilizzo e alla proprieta’ dell’auto privata e l’incentivo all’uso degli altri mezzi. In una scala di priorita’: della pedonalità, del trasporto pubblico, della mobilità attiva”.

La ricetta dell’amministrazione Gualtieri per ‘picconare’ il traffico poggia su due pilastri. “Da una parte dobbiamo avere delle zone a traffico limitato e delle ‘low emission zone’ che devono essere presidiate con strumenti elettronici fissi – spiega Patane’ – in modo da obbligare coloro che non possono attraversarli a non farlo. Oggi – ricorda – c’è una fascia verde che indica che al suo interno un determinato tipo di veicoli non può entrare: sostanzialmente questo provvedimento non è applicato. Nei prossimi anni applicheremo sicuramente i varchi sulla fascia verde che renderanno sostanziale un provvedimento che oggi è solo formale”.

Poi, occorre “aumentare il numero degli stalli di sosta tariffata che oggi sono 70mila e portali a 100mila. Questo significa disincentivare l’uso delle auto e incentivare quello dei mezzi pubblici”. Il secondo pilastro è l’incentivo all’utilizzo del trasporto pubblico: “Realizzazione di nuove tranvie, implementazione del nodo ferroviario di Roma, una cura del ferro molto importante – continua l’assessore alla Mobilità – sulla quale stiamo lavorando che costituirà un network: metro, ferrovie, e tram. Questo network del ferro dove intercettare un network di mobilità attiva: le piste ciclabili soprattutto e di car sharing e sharing mobility”. Infine, è necessario “aumentare i chilometri di bus in superfice che sono largamente insufficienti”.

I parcheggi selvaggi

Intanto, i parcheggi in doppia fila sono sempre più frequenti. Come emerge anche dalle multe elevate ai conducenti: da gennaio a maggio nelle aree del centro storico e Prati, la polizia locale insieme al I gruppo Trevi e Prati ha elevato circa 70mila verbali per le soste irregolari circa 20mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Per l’assessore la ‘colpa’ degli automobilisti è solo secondaria. “Il punto vero – sono le parole di Patané – è che lo spazio fisico in città per le autovetture è finito. Quando si descrive Roma come una città auto centrica significa che ci sono in tutto tra macchine, motorini, autobus, camion, 2,4 mln di veicoli”.

Se i romani dovessero parcheggiare secondo le regole del codice della strada invaderemmo i comuni limitrofi. Noi dobbiamo lavorare – conclude – sulla diminuzione non soltanto dell’utilizzo ma anche della proprieta’ delle auto. Occorre ridurre la flotta complessiva di vetture che oggi è parcheggiata sulle nostre strade e che crea problemi di mobilità”.

C’è chi poi chi sulla strada ci lavora ogni giorno. Per Fabrizio, tassista di 42 anni, “segnaletiche e i lavori stradali che hanno ridotto la carreggiata, hanno messo ko via del Tritone: ora per arrivare a largo Chigi e percorrere 150 metri ci si mette 20 minuti”, racconta. “Ovviamente anche i cantieri creano problemi. Sarebbe stato meglio forse farli durante il lockdown, quando nessuno girava, rispetto a oggi. Ma in Italia facciamo tutto al contrario”, conclude il tassista.  

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