Ribakina-Sabalenka, la finale inaspettata degli Australian Open

AGI – Sarà Ribakina-Sabalenka, Kazakistan contro Bielorussia, la numero 25 del mondo contro la 5. Ma se la bielorussa sconfitta, la Azarenka, fosse stata quella che vinse due titoli all’Open australiano nel 2012 e nel 2013 avrebbe probabilmente avuto ragione della Rybakina, tennista spesso approssimativa e tremebonda e con al suo angolo un coach, Stefano Vukov che non ha scelto un sistema comunicativo improntato alla positività un po’ come il padre di Camila Giorgi non nasconde scorno e sensazioni negative quando la sua assistita sbaglia un colpo.

Rybakina (kazaka di passaporto ma russa di natali: ha approfittato della scelta da parte dei dirigenti di Astana di propendere nella campagna acquisti per atlete e atleti giovani capaci di assicurare una visibilità negli anni a venire) però non se ne cura: ha già vinto un titolo Slam a Wimbledon e potrebbe far valere questa sua maggiore dimestichezza nell’affrontare partite che valgono tutto.

Avrà di fronte l’altra lungagnona del circuito, Aryna Sabalenka, che invece sarà alla sua prima finale di un torneo major. Di singolare almeno visto che in doppio, al fianco di Elise Mertens, ha vinto due titoli: a New York nel 2021 e a Melbourne l’anno dopo. E che anche per questo vestirà i panni della favorita visto che i precedenti con Rybakina parlano di tre vittorie a zero, che reduce da dieci vittorie consecutive e a fine novembre a Fort Worth si è giocata il titolo delle Wta Finals perdendo contro Caroline Garcia.

Segno di una crescita indubitabile che potrebbe trovare alla Rod Laver Arena il suo coronamento. La “Tigre”(questo il soprannome) è considerata vicina al dittatore Lukashenko e per questo non molto amata da alcune colleghe, connazionali e no, che la imputano di non avere mai speso una parola in difesa dell’Ucraina.

Il suo successo avrebbe dunque una valenza “politica” di non lieve spessore. Se il livello del tennis femminile di questi anni certo non è quello delle stagioni d’oro e’ anche vero che mai e’ stato cosi’ carico di significati che vanno oltre i confini del campo da tennis. 

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