“Via il mio ritratto dal murale delle donne”. Il no della storica attivista in polemica col Comune di Milano 

AGI –  Franca Caffa, 94 anni, per decenni e ancora adesso lottatrice per il diritto alla casa, non lo sapeva. “Nessuno mi aveva avvertito che il mio ritratto sarebbe stato inserito nel Murale dei Diritti all’Ortica – spiega all’AGI -. Quando l’ho saputo, all’inizio sono stata lusingata ma poi ho riflettuto e detto di no. Non tanto perché non me l’hanno preannunciato ma perché la difesa dei diritti è incompatibile con questa amministrazione e i murales non solo a Milano, ma anche a New York e in tutto il mondo, sono diventati uno strumento usato dalle società immobiliari per far aumentare i prezzi”.

L’opera, realizzata dal collettivo artistico Orticanoodles e dall’associazione OrMe-Ortica Memoria, patrocinata dal Comune di Milano, vuole essere nelle intenzioni di chi lo ha immaginato “un omaggio a 200 persone straordinarie, visionarie che hanno avuto il coraggio di sfidare le convenzioni sociali e che, con passione, impegno e determinazione, hanno fatto la storia dei diritti umani e civili”.

“Io vivo alla Bonola, alla mia età sto ancora bene di salute” racconta  Caffa che al telefono fa intuire una memoria e una tempra vivissimi.”Per 30 anni, dal 1976, ho vissuto nel quartiere popolare di Calvairate e sono stata alla guida di un comitato degli inquilini: un impegno strenuo e quotidiano. Avevo sperato nel sindaco Pisapia ma le sue politiche sulla casa si sono rivelate non diverse da quelle del centrodestra. Quelle di Sala, poi, sono proprio in tutto simili a quelle del centrodestra”. Così ha scritto a Elisabetta Invernizzi che l’aveva invitata a nome di OrMe all’inaugurazione di oggi alla presenza del vicesindaco Anna Scavuzzo e dell’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi: “Per amor di chiarezza, in definitiva chiedo che il mio ritratto non sia inserito nel Murale dei Diritti, con la speranza che accogliere la mia richiesta non causi difficoltà nella attuazione pratica. Le invio il mio saluto. Franca Caffa”. 

“Non mi è possibile associare il volto di un bambino povero senza casa alle iniziative di Ortica Memoria – dice  – Io parlo un’altra lingua. Considero che la condizione attuale, nella Milano del Modello Milano, in Italia, in Europa, nel mondo, sia il risultato del processo di affermazione del dominio dei potenti sui dominati in corso da almeno un cinquantennio con sempre nuove invenzioni e nuovi esiti di disumanizzazione”.

Un gruppo di attivisti di Lambrate, animato da Adriana Berra, commenta così il nuovo palazzo colorato: “Resterà un edificio non ricoperto da murales all’Ortica? Un quartiere che era caratteristico, e quasi leggendario di per sé, aveva veramente bisogno di tutti questi murales? E dei pullman di turisti che arrivano a frotte a visitare il ribattezzato ‘quartiere-museo’? Per non parlare di come la trasformazione in museo dei murales all’aperto abbia contribuito alla gentrificazione non solo dell’Ortica ma anche di Lambrate-Rubattino: prezzi delle case saliti alle stelle e un quartiere popolare sta diventando un quartiere per benestanti”.

Al sito Napolimonitor, che per primo ha dato la notizia del rifiuto di Caffa, l’urbanista Lucia Tozzi, autrice del libro ‘L’invenzione di Milano’, diventato il manuale di riferimento di chi contesta le politiche immobiliari cittadine, definisce il suo “un gesto rivoluzionario, intelligente, scandaloso per l’establishment ormai assuefatto a questa celebrazione continua della bontà, dei valori esemplari, delle virtù civiche, dell’inclusività, dell’identità di un quartiere, di un mestiere, di una comunità o della Memoria con la M maiuscola attraverso la proliferazione di muri dipinti”.   

L’associazione smentisce

“L’Associazione OrMe – Ortica Memoria ha contattato telefonicamente Franca Caffa per informarla e, in prima battuta, si è detta entusiasta. Dopo un paio di giorni ha ritrattato e ha chiesto di non essere rappresentata nel murale. Abbiamo quindi tempestivamente provveduto a comunicarlo al collettivo artistico Orticanoodles, incaricato di realizzare l’opera, che, al momento dell’avvio dei lavori non ha incluso Franca Caffa nelle bozze né, di conseguenza, nel murale finale”, precisa Serafino Sorace, Presidente dell’associazione OrMe – Ortica Memoria.

“L’associazione OrMe – Ortica Memoria è un’associazione di promozione sociale che realizza attività culturali, artistiche, ricreative e formative, con la finalità di promuovere la coesione sociale e la partecipazione attiva dei cittadini. L’associazione lavora, da anni, con le scuole, le università e le realtà del terzo settore, per la creazione di grandi opere murarie partecipate sui temi della Memoria. Siamo amareggiati e sorpresi – aggiunge – da quanto appreso a mezzo stampa. Ci teniamo a sottolineare che il nome e il volto di Franca Caffa non sono stati rappresentati nel murale dei diritti né, in alcun modo, sono associati al progetto”.

L’email inviata a Caffa

In una mail inviata da Orme Memoria a Franca Caffa datata 2 ottobre letta dall’AGI, l’associazione si rammarica con la decisione dell’attivista per il diritto alla casa di non comparire nel murales assicurandole che “stiamo provvedendo a cercare di cancellare il suo volto tra i duecento già raffigurati”.

“Come può immaginare – è scritto in un altro passaggio della mail – gli artisti e i volontari sono già al lavoro per la realizzazione dell’opera e la preparazione dell’opera è frutto del lavoro volontario e condiviso di tante persone, tra cui anche i residenti dell’Ortica che in questi mesi si sono date da fare per ideare, progettare e creare il murale”.

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