Autostrade, Di Maio dice che una soluzione è possibile a patto che l’azienda paghi

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Agf

Luigi Di Maio

“Siamo pronti a individuare una soluzione, a patto che Autostrade paghi e si faccia giustizia verso le vittime” del ponte Morandi: lo ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio, in un’intervista a Repubblica in cui ha parlato della concessione ad Atlantia. “Non mi diverto a revocare la concessione”, ha premesso il leader M5s, “ma se per anni hai fatto profitto alle nostre spalle, se dovevi occuparti della manutenzione e non l’hai fatto e se poi succede una tragedia com’e’ accaduto a Genova, il governo non può restare in silenzio”.

Per Di Maio dopo la relazione dei tecnici delle Infrastrutture la revoca della concessione “è doverosa”. “Non mi piace l’atteggiamento irriverente di Autostrade, non mi piace quando qualcuno ricatta lo Stato. È lo stesso atteggiamento di certi burocrati europei”. 

A Di Maio risponde virtualmente con un’intervista al Corriere della Sera il sottosegretario al Lavoro leghista Claudio Durigon. Sul ponte Morandi, dice “chi ha sbagliato deve pagare ma a rimetterci non possono essere i lavoratori”. Spiega Durigon: “In questo momento c’è una vertenza in atto, il danno subito dagli italiani e in particolare dalle vittime ha creato un doveroso allarme”. Ma “spetta anche ai tecnici valutare i provvedimenti da adottare, restando comunque attenti al fatto che quando si parla di Atlantia è necessario valutare gli effetti sull’occupazione”. 

Sulle critiche di Luigi Di Maio per i silenzi della Lega su questo dossier, Durigon ha precisato: “Mi pare ovvio, non c’è bisogno di ripeterlo, che non proteggiamo nessuno, ma al di là delle chiacchiere servono anche i fatti e per Atlantia vale ciò che vale per altri dossier delicati: ci sono dei posti di lavoro che vanno tutelati e salvaguardati”.

Sulla possibile revoca delle concessioni ad Atlantia, Durigon non si sbilancia: “Allo stato attuale siamo davanti a due soggetti che hanno condiviso un contratto, sono in corso tutte le verifiche per stabilire se emergono i presupposti giuridici per sciogliere quel contratto, scongiurando dei costi”. 

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