Cerciello è stato ucciso con un pugnale da Marines

Carabiniere ucciso coltello

Non una baionetta, come si era detto in un primo tempo, ma comunque pugnale da combattimento. L’arma con cui è stato ucciso Mario Cerciello Rega è un “coltello a lama fissa lunga 18 centimetri tipo ‘Trench knife’ Ka-Bar Camillus con lama brunita modello marines con impugnatura di anelli di cuoio ingrassato e pomolo in metallo brunito”, come si legge nella convalida del fermo di Finnegan Elder Lee e Gabriel Natale-Hjorth.

Un’arma da Marines, appunto, con una lama di quasi 18 centimetri, difficile da portare in giro senza che qualcuno se ne accorga. È stato il pugnale per antonomasia della Seconda Guerra Mondiale: entrò nella dotazione dei Marines nel novembre del 1942, dopo che i militari si erano lamentati che i vecchi pugnali da trincea in bronzo o in lega della prima guerra mondiale non erano abbastanza comodi nel combattimento corpo a corpo.

Poiché chi si arruolava preferiva portarsi il pugnale da casa piuttosto che usare le diverse varianti del coltello ‘Mark’, la Difesa Usa capì che era tempo di trovare un pugnale che fosse maneggevole, multiuso (sia in combattimento che per altri utilizzi) e con una lama robusta. Fu così che si rivolse alla Camillus Cultery di New York che negli anni della guerra ne produsse un milione di esemplari e continuò anche dopo, con un tale successo da cambiare il nome dell’azienda in Ka-Bar Knives.   

Lo stesso nome del pugnale ha una storia particolare. L’azienda lo fa risalire a una lettera mandata da un cacciatore alla Camillus per tessere le lodi dell’arma con cui era riuscito a uccidere un orso che lo aveva aggredito. Tra le poche parole ancora leggibili nella lettera, per l’appunto, ‘k a b ar’ da ‘kill a bear’: uccidere un orso.

Resta da capire perché Finnegan Elder Lee si aspettasse di trovare un orso tra le strade del quartiere Prati, nel cuore di Roma.

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