Dieci biblioteche da visitare. Non solo per i libri

giornata mondiale libro biblioteche

Un movimento internazionale che promuove la nascita di poli culturali dal design innovativo e accattivante è in piena espansione. Dalla Finlandia al Niger passando per l’India, le biblioteche tradizionali, quelle che custodiscono solo libri, non vanno più di moda e si stanno trasformando in veri e propri ‘tinkering lab’. Dieci luoghi in giro per il mondo tutti da scoprire e da vivere. Uno di questi si trova proprio in Nuova Zelanda, a Christchurch, teatro di un recente attentato anti-islam contro due moschee.

Le biblioteche tradizionali, quelle che frequentiamo

Per molti la parola biblioteca ricorda il periodo dello studio, ai tempi dell’università, quindi non proprio sinonimo di relax ed evasione.

Nell’accezione comune è un luogo di silenzio in cui è possibile fermarsi per leggere un libro oppure prenderne uno in prestito. Letteralmente la parola biblioteca deriva da due parole greche: ‘biblíon’, in partenza nome dato alla corteccia interna del papiro usato come supporto per la scrittura, il cui significato è poi diventato sinonimo di libro, opera letteraria, e ‘théke’, che vuol dire scrigno, ripostiglio.

Nella cultura greca la voce nel I secolo d.C Dione Crisostomo diede alla parola ‘vivliothikì’ il valore di biblioteca, intesa come “deposito di libri”, “archivio di libri”. In inglese invece si usa la parola ‘library’ che deriva del latino ‘liber’, libro.

La biblioteca che conosciamo oggi deriva proprio da questa lunga tradizione, nata nella città-stato del Vicino Oriente antico, tra il VII e il III millennio a.C..

A Ninive gli archeologi hanno rinvenuto in una parte del palazzo reale di Assurbanipal 22 mila tavolette d’argilla, corrispondenti alla biblioteca ed agli archivi del palazzo del VII secolo a.C.. In questa biblioteca sono state trovate le versioni integrali dei poemi mesopotamici, su cui si basano le odierne edizioni.

Nel corso dei secoli è stato un susseguirsi di biblioteche famose e prestigiose, sia private che pubbliche. Per citarne solo alcune, quella di Alessandria in Egitto, quelle di Asinio Pollione sull’Aventino e la Biblioteca Ulpia di Traiano durante l’impero romano, e quella di Costantinopoli.

E poi nel mondo islamico la Bayt al-Ḥikma (“Casa della sapienza”) a Bagdad e la Dār al-Ḥikma (“Casa della conoscenza”) al Cairo, ma ogni città del Maghreb e del Mashreq aveva una sua biblioteca, più o meno fornita.

In Occidente la formazione di grandi raccolte librarie è stata collegata all’espansione dei monasteri benedettini come quella dell’Abbazia di Montecassino, il cenobio di Bobbio o l’Abbazia di Cîteaux (Francia).

Un altro incremento delle biblioteche si ebbe dal XII secolo con l’organizzazione delle prime università, per esempio a Bologna ed a Parigi, con la costituzione delle prime biblioteche adibite allo studio. 

Il Rinascimento fu l’età d’oro per la nascita delle biblioteche in senso moderno, grazie al contributo dello spirito umanistico che, patrocinato dai vari signori rinascimentali, fece nascere le prime biblioteche laiche.

Tra queste la Viscontea-Sforzesca – originariamente conservata nel castello di Pavia e portata in Francia da Luigi XII nel 1499 – la Malatestiana di Cesena, la Estense a Ferrara – poi trasferita a Modena -, la Gonzaghesca a Mantova, la Laurenziana di Firenze e la Marciana di Venezia.

Determinante per la nascita di grandi biblioteche fu l’invenzione della stampa, che verso la fine del XV secolo moltiplicò il numero e la disponibilità dei volumi, in quanto ridusse il costo della produzione libraria.

Fuori d’Italia le più importanti biblioteche rinascimentali furono la Biblioteca Palatina di Heidelberg e la Biblioteca Corviniana di Budapest, poi smembrate.

Nel XVI secolo la diffusione delle prime case editrici, soprattutto a Venezia, ad Amsterdam, a Lione, a Lipsia, favorì la circolazione degli esemplari delle opere in tutta Europa e quindi la loro raccolta nelle biblioteche.

Nella prima metà del Seicento si assiste alla nascita delle prime grandi biblioteche pubbliche, come la Biblioteca Angelica di Roma, la Biblioteca Ambrosiana di Milano, la Biblioteca Bodleiana di Oxford e quella della Università di Cambridge.

A partire dal 1660 si svilupparono le grandi biblioteche nazionali delle monarchie europee, come la Staatsbibliothek zu Berlin (1661), la Bibliothèque Nationale de France di Parigi (1692), la Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna (1722), la British Museum Library di Londra (1753) e la Biblioteca Nazionale Russa di San Pietroburgo (1795).

Lo sviluppo delle biblioteche si intensificò ulteriormente verso la fine del XVIII secolo e per tutto il XIX secolo, anche per il trasferimento delle collezioni private nelle strutture pubbliche. Nel 1800 viene fondata la Library of Congress di Washington.

In Italia lo sviluppo delle biblioteche pubbliche risale agli anni ‘70, in relazione alla legge n.382/1975 sull’ordinamento delle Regioni che trasferiva alle Regioni le competenze sulle biblioteche di ente locale e sullo sviluppo della scuola dell’obbligo e della scolarizzazione. Il Codice dei beni culturali del 2004 definisce biblioteca “una struttura permanente che raccoglie e conserva un insieme organizzato di libri, materiali e informazioni, comunque editi o pubblicati su qualunque supporto, e ne assicura la consultazione al fine di promuovere la lettura e lo studio”.

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Dublino, biblioteca del Trinity College (J-M Emportes/Only World/Only France/AFP)

L’ultima generazione di biblioteche

Le biblioteche contemporanee fanno invece parte di un nuovo movimento mondiale: sono luoghi dal design innovativo, hub culturali, sociali e civici con una proposta ridotta di libri e una miriade di attività, dallo yoga alla stampa 3D. Ad ospitarle edifici spettacolari tutti da scoprire.

Dalla progettazione alla programmazione sono dei veri e propri ‘tinkering lab’. Il tinkering è un termine inglese che vuol dire letteralmente armeggiare, adoperarsi, darsi da fare. Le attività disponibili sono tutte molto dinamiche, concrete e stimolanti. Sono come delle palestre per aspiranti maker che insegnano a “pensare con le mani”, un metodo educativo per avvicinare bambini e ragazzi allo studio delle materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) in modo pratico, giocando. Finora sono almeno dieci nel mondo le nuove biblioteche da visitare.

Le nuove biblioteche in Europa, il Nord all’avanguardia

– In Finlandia, a Helsinki, in piazza Kansalaistori, di fronte al Parlamento, sorge la Oodi Central Library, in cui solo un terzo degli spazi è dedicato ai libri. Tetto ondulato, facciata in abete rosso finlandese, la Oodi è una struttura realizzata dalla ALA Architects. Lo spazio di più di 17 mila metri quadri è stato allestito come un salone civico che comprende cinema, studio di registrazione, mostre, eventi, incubatori creativi oltre ai libri ovviamente. Tra le attività proposte la stampa in 3D, la scultura del legno mentre i libri sono conservati nel seminterrato e vengono distribuiti con un sistema robotizzato. “Il nostro obiettivo è reinventare la biblioteca per i bisogni futuri della popolazione finlandese, ma anche incoraggiare l’istruzione e l’integrazione” sottolinea la sua direttrice, Anna Maria Soininvaara.

– In Danimarca, a Copenhagen, la Tingberg Library ha sede in un quartiere dall’architettura modernista ma negli ultimi tempi marginalizzato e con alto tasso di criminalità. Il centro COBE, una casa della cultura di 1500 mq, ospita una biblioteca, sale riunioni, caffè e atelier creativi. La parte più stretta della struttura è di solo un metro e mezzo di larghezza. Nella ricca agenda di eventi propone concerti, spettacoli teatrali per bambini, laboratori per creare giocatoli, per realizzare filmati e letture con gli autori.

Sul continente americano, da Alberta a Lima

– Negli Stati Uniti c’è West Loop, la biblioteca pubblica di Chicago, che ha sede in due ex studio televisivi ristrutturati con una facciata in acciaio mentre all’interno soffitti a prua e lucernari sono stati riesumati. Lo spazio di 1500 mq, proiettato dallo studio Skidmore Owings & Merrill, è diventato un centro comunitario con sale riunioni, studio di registrazione per i giovani artisti, corsi di apprendimento digitale. Per i più piccoli ci sono laboratori creativi e stanze lettura arredate con superficie magnetiche sulle quali scrivere e disegnare liberamente. West Loop offre anche un servizio dopo scuola gratuito tutti i pomeriggi. 

– In Canada, a Alberta, dietro la sua facciata esagonale la Calgary Central Library propone una miriade di attività, dalla più divertente alla più seria. Al piano terra si trova una libreria per bambini e sale giochi dove disegnare e creare. Al quarto piano dell’edificio di più di 22 mila mq, progettato da Snøhetta,  è stata allestita una grande sale lettura e studio. Negli spazi esterni, sui terrazzi, sono in funzione più anfiteatri che consentono di svolgere le attività anche all’aria aperta.

– In Perù, a Lima, alla Biblioteca Sur, i libri sono esposti su scaffali intervallati da finestre verticali. L’edificio di 1300 mq, realizzato dallo studio di architetti Gonazalez Moix, sorge nei pressi del parco Inmaculada Concepción, nel distretti di La Molina. Si possono seguire corsi di yoga, chitarra, disegno, fotografia, ballo e teatro.

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 Alessandria d’Egitto, la nuova Biblioteca Alessandrina (Mattes René/Hemis Fr/Hemis/AFP)

In Africa una ex moschea diventata biblioteca

– Nell’est del Niger, in un villaggio Hausa, una antica moschea in disuso è stata convertita in biblioteca e un centro comunitario, la Dandaji Library. Gli architetti Atelier Masomi e Studio Chahar hanno rinnovato l’edificio in argilla ma invece di utilizzare legno tradizionale hanno optato per scale e divisori in metallo, ricavando un nuovo livello soppalcato. Gli spazi sono molto ben illuminati dalla luce del sole, fondamentale per fare i compiti anche quando non c’è corrente elettrica, mentre le donne del villaggio hanno chiesto di poter seguire dei corsi di alfabetizzazione, oltre al laboratorio di informatica esistente. Un’altra moschea è stata costruita a poca distanza dalla biblioteca. 

In Asia, tra ecologia e futurismo

– La VAC Library di Hanoi in Vietnam è unica nel suo genere, a cominciare dall’edificio dove ha sede. Thai Thach e Farming Architects hanno realizzato una libreria-fattoria urbana ibrida che è una struttura rampicante in legno, ispirata all’orticoltura e all’allevamento di animali del Vietnam rurale. L’obiettivo è quello di insegnare ai bambini la protezione degli ecosistemi dando loro accesso ai libri. Sul posto ci sono polli e carpe ma anche verdure mentre i ragazzi possono giocare, leggere e studiare, imparando un modello di vita ecologico. Il letame di pesci e polli viene utilizzato come fertilizzante per le piante. 

– In Cina, la biblioteca di Tianjin è un salto nel futuro. Al centro dell’edificio di cinque piani su 33 mila mq è stato inserito un auditorium a forma di sfera, principale spazio di aggregazione sociale. Gli scaffali di libri sono collocati sui muri secondari dal piano terra al soffitto. Al primo e al secondo piano ci sono spaziose sale letture e spazi relax oltre a sale riunioni, aula computer e sale registrazione oltre ai due cortili sul tetto.

In Oceania, la biblioteca cuore pulsante di Christchurch 

– In Nuova Zelanda, a Christchurch, la biblioteca centrale Turanga ha sostituito la precedente, rasa al suolo dai terremoti che hanno colpito il sud dell’isola nel 2010 e nel 2011. E’ uno dei 9 progetti chiave considerato vitale dall’amministrazione per rilanciare lo sviluppo della città. Uno degli elementi più originali sta nel fatto che la biblioteca è stata costruita con muri di pietra molto spessi resistenti ad eventuali futuri sismi e ha sede nella piazza della cattedrale di Christchurch. Nell’edificio di 9500 mq su cinque piani è stato allestito un’intera area tecnologia e innovazione con una parete schermo tattile di 7 metri.

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Al secondo piano la gente del posto si può incontrare in una piazza comunitaria mentre i bambini godono di un’area gioco e studio a loro dedicata. Nei piani superiori si trovano sale riunioni, aule studio, laboratorio informatico, studio di produzione video e musicale. L’intero progetto è stato realizzato da uno studio di architettura danese, Schmidt Hammer Lassen, e da un team di architetti neozelandesi.

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