La radio che racconta la quarantena nelle case popolari

“Pronto, cosa vedi nel tuo cortile?”. “Vedo tanti papaveri e poco traffico”. Il dialogo va in onda alle `Finestre sul cortile”, la trasmissione a cadenza settimanale iniziata martedì scorso che spalanca le finestre delle case popolari milanesi nei giorni della quarantena.

«Ero al telefono coi ragazzi di shareradio, Nicola Mongo e Alberto Nigro, una radio web che raggruppa piccole radio di quartiere – racconta all’AGI Federica Verona, architetta e animatrice di `Super´, il festival delle periferie milanesi – e ci siamo chiesti cosa potevamo fare per raccontare le case popolari. Non per ribadire le difficoltà che sono note di vivere questo periodo di reclusione in spazi magari angusti e poco accoglienti, ma per costruire un’ora d’aria per gli inquilini, che racconti la loro normalità ed esistenza. Quella di chi suona, scrive, dirige circoli, ha voglia di esprimersi in qualsiasi modo».

 Ad aiutare nella realizzazione del progetto MM, Metropolitane Milanesi, la società che gestisce gli immobili pubblici di proprietà del Comune, da cui sono arrivati i numeri di telefono degli inquilini che Federica chiama per farsi raccontare il `panorama´ dalla finestra. Poi ci sono i `pillolisti´, cioè gli ospiti che offrono una pillola dei loro saperi. E sono piccole dosi lucenti: «Hanno aderito i musicisti di JazzMi Around che ci mandano dei pezzi `dedicati´, Xavier Iriondo degli Afterhours, una videomaker e maestra che tiene la rubrica `Il mondo a testa in giù´, Maria Vittoria Alfieri, esperta di scuola digitale e poi tanti altri. La `Libreria del convegno´ che farà delle letture, un abitante che si è proposto per fare delle pillole di esercizi olistici, poi arriveranno anche le pillole metà in arabo e metà in italiano. Ci stanno scrivendo in tanti per proporsi». Durante la puntata, che dura un’ora a partire dalle 18 e 30, gli ascoltatori possono richiedere una dedica musicale. «La risposta è di grande entusiasmo», dice Federica che vorrebbe trovare dei fondi «per andare avanti e portare le puntate e i `pillolisti nei cortili quando finirà la quarantena” perché da un periodo di chiusura ne cominci uno di apertura e incontro tra mondi diversi. 

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