Le impronte che possono costare molto care a Natale Hjorth

Carabiniere ucciso impronte Hjorth

Filippo Monteforte / Afp 

Un carabiniere mostra una foto del pugnale con cui è stato ucciso Mario Cerciello Rega

Ci sono le impronte del californiano Cristian Gabriel Natale Hjorth su un pannello del controsoffitto della camera dell’hotel Le Meridien dove era stato nascosto il coltello da 18 centimetri utilizzato dal connazionale Finnigan Lee Elder per uccidere il carabiniere Mario Cerciello Rega all’alba del 26 luglio scorso.

Questo elemento nuovo, contenuto in una relazione del Ris che la procura ha depositato a beneficio della difesa, aggrava la posizione dello stesso Natale Hjorth che finora si era dichiarato estraneo all’omicidio del vicebrigadiere e che lunedì comparirà davanti al tribunale del Riesame per una eventuale revoca della misura cautelare in carcere.

Sul pannello di questo controsoffitto sono state rilevate un’impronta palmare e due impronte papillari (dita) di Hjorth che, secondo la ricostruzione investigativa, ha così fornito un contributo concreto nel depistare le indagini e aiutare il connazionale nascondendo l’arma del delitto.

Agli atti dell’inchiesta, poi, figurano anche immagini e video estrapolati dai cellulari dei due americani, da cui “emerge come siano spavaldi e inclini alla sregolatezza”. I due appaiono mentre “maneggiano, con padronanza ed assoluta disinvoltura, armi e munizioni“. Non solo: le immagini “dimostrano che entrambi hanno disponibilità di diverse sostanze stupefacenti e psicotrope”.

Agli atti c’è pure una conversazione tra Hjorth e la madre che accusa il figlio di essere un bugiardo perché le tiene nascosta la sua attività di spaccio. Foto di marijuana in pezzi, in barattoli ed essiccata, piantine di marijuana, cocaina in pezzi o crack, pasticche di farmaci (probabilmente Xanax) sono presenti a più riprese nella memoria del telefonino di Hjorth che ostenta il possesso di ingenti somme di denaro che “potrebbero essere comunque derivanti dai proventi della vendita dei narcotici”.

Per i carabinieri, insomma, il giovane californiano “adora farsi fotografare e riprendere mentre maneggia armi”, da solo o in compagnia di un amico, in casa oppure mentre è alla guida di un’auto. “Il suo atteggiamento, spavaldo e incline all’eccesso, mal si concilia con il profilo di un ragazzo ingenuo e rispettoso delle regole”, fanno sapere gli investigatori.

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