Nicoli: “Quando giocavo prendevo il Micoren ma le ricostruzioni sono esagerate”

AGI – Il suo nome è rimasto scolpito nella memoria e nel cuore dei tifosi della Lazio per il gol segnato il 18 marzo 1979 che valse la vittoria nel derby al novantesimo. Ora la testimonianza di Aldo Nicoli, centrocampista di raffinate qualità tecniche la cui carriera fu compromessa da un grave infortunio, si aggiunge alla lista dei calciatori che raccontano di avere assunto prima delle partite il Micoren, uno stimolante del sistema nervoso centrale che migliorava le prestazioni sportive come giù riferito, tra gli altri, da Dino Baggio, Marco Tardelli e Massimo Brambati.

“Nei tre anni all’Inter ci davano prima di giocare questa pillola piccola e rossa  – racconta all’AGI a margine della presentazione del libro ‘La scomparsa del calciatore militante’ del giornalista Guy Chiappaventi – che, dicevano, avrebbe migliorato la respirazione e in effetti aiutava a essere più brillanti. Il dottor Quarenghi, allora medico dell’Inter, era molto professionale e ci spiegava a cosa servisse. Lo prendevamo tutti senza problemi, anche perché all’epoca non ci si ponevano particolari dubbi, ancora non si parlava di doping”.

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Il Micoren allora era una sostanza legale, solo nel 1985 è stato bandito con la legge antidoping. Veniva utilizzato per aumentare la capacità polmonare e la resistenza alla fatica. Nicoli ricorda anche che ai giocatori venivano somministrate “delle flebo con degli intrugli che, ci veniva spiegato, erano integratori di vitamine. Non so cosa ci fosse dentro ma può essere che a quell’epoca non essendoci gli integratori per bocca come ora si potesse somministrarli solo così”.

Negli anni in cui vestì la maglia del Foggia che era in serie A, prosegue il calciatore che oggi fa l’imprenditore nel settore dei metalli, “non veniva dato nulla di tutto questo”.

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Aldo Nicoli

L’ex calciatore non è particolarmente preoccupato a differenza di altri suoi ex colleghi che hanno espresso angosce sulle conseguenze dei farmaci a distanza di decenni. “Sto bene e quando sento qualcuno parlare di quintali di medicine somministrate ai giocatori penso che siano ricostruzioni un po’ esagerate. Peraltro – considera – è probabile che anche i giocatori di adesso prendano dei farmaci. La cosa che mi stupisce è che non sudano mai, almeno in viso devi sudare. E consideriamo che il ritmo con cui si gioca adesso è molto più alto”.

Nicoli è tra i calciatori della Lazio di quegli anni raccontata nella storia di pallone, politica e tradimenti firmata da Chiappaventi. Al centro del libro c’è M.M., militante di Lotta Continua in una squadra guidata da un capitano che si “dichiara un nazionalista e un conservatore” la cui vicenda è liberamente ispirata a Maurizio Montesi che non si piegò ai meccanismi del calcio scommesse e finì latitante in Spagna dopo essere stato arrestato per spaccio di droga. Oggi vive vicino a Roma, in totale riservatezza e coerenza con la sua figura di ‘antidivo’.

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