I viaggi in Unione Sovietica nei primi del ‘900

Sebbene fino alla metà del secolo scorso l’Unione Sovietica fosse piuttosto chiusa agli estranei e la lingua russa risultasse difficile da comprendere, per molte persone un viaggio del genere (nonostante fosse un lusso) era una esperienza da fare assolutamente. Poco dopo la fondazione dell’Unione Sovietica la leadership politica iniziò a pensare a come attirare i turisti stranieri, visto che l’economia del paese era alla disperata ricerca di valuta estera, e proprio con questo scopo nel 1929 venne creata la società per azioni statale “Intourist”, agenzia che aveva l’assoluto monopolio dei viaggi organizzati in Russia. Uno dei suoi slogan era: “Non è solo un viaggio, è un viaggio in un nuovo mondo“.

I turisti stranieri, soprattutto europei che avevano studiato la lingua russa, erano molto incuriositi. Alcuni dei primi stranieri a visitare l’Unione Sovietica furono scrittori, artisti famosi e altri personaggi pubblici. Theodore Dreiser arrivò nel 1927, Bernard Shaw nel 1932 e lo scrittore francese e vincitore del Premio Nobel Romain Rolland nel 1935. Negli anni ’30, Intourist aprì uffici anche in Germania, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, circa 140.000 turisti stranieri poterono visitare la Russia, da Mosca fino all’estremo oriente russo.

Lo scrittore di fantascienza Robert Heinlein e sua moglie Virginia visitarono l’URSS con un gruppo Intourist nel 1959-1960. Successivamente ha scritto del controllo totale esercitato dalle guide sul proprio gruppo, un tasso di cambio esorbitante (da 4 rubli a un dollaro) e divari evidenti tra il servizio clienti negli Stati Uniti e in URSS.

“Non posso onestamente esortare a scegliere un Hotel o una sistemazione che sia meno della classe “Lusso”, perché anche il miglior albergo in Russia può essere decisamente sotto standard: i bagni senza vasca ma anche senza acqua calda possono essere normali”, ha scritto Heinlein in un articolo intitolato Inside Intourist. La moglie di Heinlein aveva persino studiato la lingua russa e l’alfabeto cirillico per prepararsi al viaggio, ma questo si era rivelato inutile perché erano “prigionieri dell’Intourist, vedendo solo quello che vogliono farti vedere, ascoltando solo quello che vogliono che tu ascolti”.

Non era assolutamente permesso agli stranieri poter andare in giro da soli. Il paese poteva essere esplorato esclusivamente sotto l’occhio vigile di una guida o un traduttore dell’Intourist e ai turisti stranieri venivano mostrati solo visioni impeccabili dell’economia e dello stile di vita sovietico.

Alla fine degli anni ’50 il paese entrò in un periodo di “disgelo” politico. Lo stesso leader sovietico Nikita Krusciov iniziò a viaggiare per il mondo e l’Unione Sovietica iniziò a ospitare eventi internazionali come il festival mondiale di giovani e studenti. In totale, oltre 19 milioni di turisti provenienti da 162 paesi hanno visitato l’URSS tra il 1956 e il 1985. Anche in Italia il gran numero di traduzioni di testi letterari dal Russo all’italiano ha stimolato enormemente la voglia di viaggiare e visitare queste terre, descritte in tanti romanzi famosi.

Nell’ estate del 1990 per il mio lavoro di traduttrice e interprete stavo viaggiando attraverso la Russia per raccogliere informazioni destinate ad una guida turistica per italiani: ricordo perfettamente l’attuale presidente russo, Vladimir Putin, dichiarare il suo rammarico per la scomparsa dell’Unione Sovietica. Opinione assolutamente discutibile.

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